Scritto da © Bruno Amore - Gio, 15/10/2015 - 17:55
Crepitano sommesse, le foglie
sotto la suola delle scarpe grosse
quando nel bosco vai distrattamente
a cercar qualcosa di te, oppure niente.
Poi c'infili la punta e le fai volare
ch'è un gesto infantile volontario
quasi volessi farle tornar giù a cadere
e goderti lo spettacolo straordinario
della pioggia di mille ritagli colorati
gialli, arancio, rossi di carminio
che il vento strappa dai rami esagitati.
E l'aria che punge appena il viso, ma
spinge le mani nelle tasche fonde
già preannuncia rigori che ricordi
quando le fiamme ballavano sul viso
stando seduto davanti al focolare.
Ora son abiti leggeri fatti di nulla
che riparano perfin dalla tormenta
non fanno il calore del pastrano
che ti passava già grande il tuo germano
né l'odore di casa e della famiglia, che
proteggeva più del freddo che si piglia.
Un sorriso accompagna il girovagare
di momenti lontani che non sanno tornare
meglio rincasi, ora che s'abbuia il bosco
e l'aria pungente fa inumidir le ciglia.
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- Blog di Bruno Amore
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