Scritto da © Bruno Amore - Mar, 08/10/2013 - 07:23
Tacevo il fiato e gli altri sensi
forse c'era già qualcuno di quei canti
un frullo d'ali tra i rami, lì davanti
nel fitto del roseto, su ogni stecco
richiami bassi oppur squillanti.
Rieccoli, erano attesi già da tempo
sono un segnale, lo sanno tutti quanti:
si spoglia del cappuccio la montagna
l'acqua più fresca tutto quanto bagna
cambia la veste il prato, il bosco intero
giungono e danno il tocco che mancava
la musica di fondo, suoni nuovi
anche tra il fumo delle ciminiere.
E presto ti diventano consueto
sono e lo sappiamo, dove devono
si fissa nei ricordi ed è completo.
Nessuno pensa mai che se ne andranno
poi accade, seppur noto, d'improvviso
come altro sai e capita nella vita
questi, spero, li rivedrò un altr'anno.
E sarà più povero il mattino, dacché
sono volati a Sud senza riguardi
sforzar l'udito mi dà un senso d'otalgia
e poi, mestamente mi dico, “Sono andati via”.
forse c'era già qualcuno di quei canti
un frullo d'ali tra i rami, lì davanti
nel fitto del roseto, su ogni stecco
richiami bassi oppur squillanti.
Rieccoli, erano attesi già da tempo
sono un segnale, lo sanno tutti quanti:
si spoglia del cappuccio la montagna
l'acqua più fresca tutto quanto bagna
cambia la veste il prato, il bosco intero
giungono e danno il tocco che mancava
la musica di fondo, suoni nuovi
anche tra il fumo delle ciminiere.
E presto ti diventano consueto
sono e lo sappiamo, dove devono
si fissa nei ricordi ed è completo.
Nessuno pensa mai che se ne andranno
poi accade, seppur noto, d'improvviso
come altro sai e capita nella vita
questi, spero, li rivedrò un altr'anno.
E sarà più povero il mattino, dacché
sono volati a Sud senza riguardi
sforzar l'udito mi dà un senso d'otalgia
e poi, mestamente mi dico, “Sono andati via”.
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