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Sempre più s'allontana, forse


A centonove anni, vedrò Pietro
quello San, gli altri sono alieni.
Mi dirà: “T'aspettavo prima
che t'eri messo in testa di venire.”
Sai, gli rispondo, quelli m'han trattenuto
che oggigiorno non c'è vera scadenza
ci sono mezzi per rimandare il tutto
conviene ai più, nessuno si lamenta
e i parenti procrastinano il lutto.
“Sei stato superbo, avevi da lasciar fare
perché tutto secondo natura era fissato
non è stata meglio vita, soltanto rimandare.”
M'hanno  convinto, ch'è limite non vero
se hai raggiunto una buona pensione
la tua casa è comoda accogliente
oramai dice così tutta la gente.
Durare di più e ad ogni costo pare
con farmaci ad oc intimar di vivere
via la sofferenza e del meglio profittare
fin d'un possibile desiderio erotico sognare
e soddisfarlo un supplizio da pagare.
Certo che lo vedevo, tutto intorno
tanti davvero, vivi,  tutti quanti
con gambe trascinate, braccia cadenti
sguardi inebetiti, bocche sbavanti
insufflati di cose chimiche, eccitanti
per mano o spinti da tipi strani, non parenti.
“La morte come la vita è sempre sacra
a nessuno è lecito porvene rimedio
quando viene il tuo tempo, senza assedio
abbandonati e non chiamare la salvezza
che se l'hai guadagnata, ella ti viene.”
Ma “Io voglio sapere, non credere...”
e accettai nella speranza di scoprire
se la vita è quell'assurdo che m'appare
col tutto e nulla da dover sopportare
o c'era qualcosa ancora da aspettare.
Ma è ben vero, Tu hai ragione
ho avuto un corpo estraneo appariscente
senza una risposta, in ver, soddisfacente.

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