Scritto da © Bruno Amore - Sab, 09/03/2013 - 08:51
Pare saremo presto, tutti
a questuare col capello in mano
al portone di quel gran palazzo
non dove recita le sue preci
il pio sovrano
quello dove si esalta da sempre
il dio denaro.
La fame dei malvagi
l'ha seccato
senza una stilla di sudore
ogni eletto dalla plebe s'è abbuffato
in un'orgia di spreco e disonore.
E tutti noi a guardare
non senza un po' di invidia
chi aveva agio il bene dissipare.
Verrà il turno del retore
che dalle colonne eburnee
ci spiegherà che, ahinoi
anche i colpevoli furono ingannati
da supreme leggi d'oltremare
e che per salvarci dovremo
vieppiù e ancora faticare.
Pare saremo presto, tutti
a questuare col capello in mano
al portone di quel gran palazzo
non dove recita le sue preci
il pio sovrano
quello dove si esalta da sempre
il dio denaro.
La fame dei malvagi
l'ha seccato
senza una stilla di sudore
ogni eletto dalla plebe s'è abbuffato
in un'orgia di spreco e disonore.
E tutti noi a guardare
non senza un po' di invidia
chi aveva agio il bene dissipare.
Verrà il turno del retore
che dalle colonne eburnee
ci spiegherà che, ahinoi
anche i colpevoli furono ingannati
da supreme leggi d'oltremare
e che per salvarci dovremo
vieppiù e ancora faticare.
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