Scritto da © Bruno Amore - Mer, 23/01/2013 - 12:33
Amava fare uso di profumi
la cipria fine delle miss da rotocalco
carezze, alle essenze coloniali
che solo sa dare il borotalco.
Amava le vestaglie a fiori rari
nella foggia elegante d'altri tempi
erano capricci, vezzi veniali
sempre la toglieva con gran cura
e dopo, fumava lenta un sigaretto
fatto a mano là, in quel di Cuba.
Diceva cose piano piano
così, per non far capire tutto
erano sussurri ovattati
in quel fumo azzurro dal tabacco sdutto
che ondeggiando lento
saliva su per l'aria
nella stanza rosa, senza vento.
Discinta, morbido adagiava
quel suo bel corpo candido maturo
che il sol mirarlo dolce t'acquietava
sul talamo ricco ma, senza futuro
una visione onirica regale
guardava dalla trina delle ciglia
recitava la parte di donna fatale.
Lieve accennava complice un sorriso
leggeva i tuoi occhi luccicanti
la fessura del labbro mostrava dei brillanti
la piega, il fascino più antico del suo viso.
Amava fare uso di profumi
la cipria fine delle miss da rotocalco
carezze, alle essenze coloniali
che solo sa dare il borotalco.
Amava le vestaglie a fiori rari
nella foggia elegante d'altri tempi
erano capricci, vezzi veniali
sempre la toglieva con gran cura
e dopo, fumava lenta un sigaretto
fatto a mano là, in quel di Cuba.
Diceva cose piano piano
così, per non far capire tutto
erano sussurri ovattati
in quel fumo azzurro dal tabacco sdutto
che ondeggiando lento
saliva su per l'aria
nella stanza rosa, senza vento.
Discinta, morbido adagiava
quel suo bel corpo candido maturo
che il sol mirarlo dolce t'acquietava
sul talamo ricco ma, senza futuro
una visione onirica regale
guardava dalla trina delle ciglia
recitava la parte di donna fatale.
Lieve accennava complice un sorriso
leggeva i tuoi occhi luccicanti
la fessura del labbro mostrava dei brillanti
la piega, il fascino più antico del suo viso.
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