Scritto da © Franco Pucci - Mer, 29/09/2010 - 12:14
E’ bello qui. Sdraiato sull’erba, supino, le mani intrecciate dietro la testa, guardo con attenzione, volgendo il capo da una parte e dall’altra, il panorama intorno a me. Una tranquilla distesa verde, un prato. Qualche albero rompe con la sua presenza la placida monotonia del paesaggio. Calma.
Tutto intorno a me traspira calma e serenità. Guardo con interesse crescente le nuvole che punteggiano l’azzurro del cielo e mi ritrovo a giocare sì, a giocare! Un gioco infantile, mi diverto a interpretare la forma delle nuvole. Così, rincorrendo la mia fantasia, tra le parvenze di un cane o di una casa di campagna, il tempo trascorre…quanto? Non so dire, in fondo non ha importanza.
E’ bello qui.
In pace con me stesso la mente sgombra e un sorriso che m’illumina continuamente il viso. Certo, quando sono partito ho portato un bagaglio con me. Ora è lì, posato sull’erba, vicino. E’ un vecchio baule, di quelli color verde scuro con le cerniere d’ottone ormai mezze arrugginite dal tempo e il ricordo di un lucchetto che penzola dai ganci della chiusura. Svogliatamente lo apro, non so perché lo faccio. So benissimo cosa contiene. Sono anni che lo preparo, con cura, raccogliendo i miei pezzi sparsi durante il percorso della vita.
Non è sempre stato facile, a volte ho dovuto fare violenza a me stesso. Ma ora sono lì, rinchiusi alla rinfusa dentro a questo vecchio baule. Un senso di ripulsa mi spinge a richiudere con lestezza il baule. La nausea mi assale, immagini che volevo dimenticate ritornano a rincorrersi nella mente. Basta! Perché mai l’ho messo fianco a me, accanto alla scrivania, prima di sedermi al computer? Torno a fissare le nuvole. Piano piano il respiro rallenta. Calma.
Guarda quella nuvola Franco, sembra una donna nuda, vero? Però che tette…
E’ bello qui.
Tutto intorno a me traspira calma e serenità. Guardo con interesse crescente le nuvole che punteggiano l’azzurro del cielo e mi ritrovo a giocare sì, a giocare! Un gioco infantile, mi diverto a interpretare la forma delle nuvole. Così, rincorrendo la mia fantasia, tra le parvenze di un cane o di una casa di campagna, il tempo trascorre…quanto? Non so dire, in fondo non ha importanza.
E’ bello qui.
In pace con me stesso la mente sgombra e un sorriso che m’illumina continuamente il viso. Certo, quando sono partito ho portato un bagaglio con me. Ora è lì, posato sull’erba, vicino. E’ un vecchio baule, di quelli color verde scuro con le cerniere d’ottone ormai mezze arrugginite dal tempo e il ricordo di un lucchetto che penzola dai ganci della chiusura. Svogliatamente lo apro, non so perché lo faccio. So benissimo cosa contiene. Sono anni che lo preparo, con cura, raccogliendo i miei pezzi sparsi durante il percorso della vita.
Non è sempre stato facile, a volte ho dovuto fare violenza a me stesso. Ma ora sono lì, rinchiusi alla rinfusa dentro a questo vecchio baule. Un senso di ripulsa mi spinge a richiudere con lestezza il baule. La nausea mi assale, immagini che volevo dimenticate ritornano a rincorrersi nella mente. Basta! Perché mai l’ho messo fianco a me, accanto alla scrivania, prima di sedermi al computer? Torno a fissare le nuvole. Piano piano il respiro rallenta. Calma.
Guarda quella nuvola Franco, sembra una donna nuda, vero? Però che tette…
E’ bello qui.
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