Li sento, sono i rumori della battaglia che mi aspetta.
Il ruggito dei guerrieri che, famelici, si preparano allo scontro, il cigolìo dei carri, lo sbuffare dei cavalli, i fendenti delle lame che rifulgono e sfavillano al bacio del sole, segno di buon auspicio. Gli arcieri affilano le frecce e fiduciosi le ripongono entro pesanti faretre, gli archi attendono solo di poter scoccare il dardo che porterà onore al nostro popolo, tingendosi di porpora e sangue di uomini come noi.
Mi chiedo perchè gli Dèi spingano gli uomini a scontrarsi. Sarà forse una punizione per la superbia ostentata nei templi da quei falsi sacerdoti che pronunciano invano il Loro sacro nome? Oppure è la desacralizzazione della vita che li irrita? Questo continuo sguazzare negli squallidi vizi della carne e dello stomaco senza curarsi di consacrare ogni respiro alla volontà di Coloro che vegliano il nostro sonno?
Gli Dèi guideranno sempre le nostre battaglie ed i nostri cammini, osserveranno il nostro spirito, placheranno i nostri pianti, vendicheranno le nostre morti e gioiranno delle nostre risa, eppure ci spingono ad una lotta fratricida... ma soltanto, io credo, per meglio comprendere il valore della vita, dell'istante, dell'attimo che adesso è respiro, ma potrà a breve trasformarsi in tanfo di cadavere e sangue.
Per questo e solo per questo siamo chiamati a combattere. Per assaporare il sublime piacere dell'esistenza che maggiormente si avvalora in presenza della morte, del suo imminente spegnersi.
Ma che volete che ne sappia io? In fondo sono solo una donna con un'armatura troppo grande e pesante per poter essere portata da sola.
G. Klimt, Pallas Athene
Alexis
23.10.2009
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