Scritto da © Bruno Amore - Lun, 06/09/2010 - 07:57
le crete grigie han sotterrato l'oro
delle stoppie, memoria di spighe
in fitte zolle che solitari trattori
come coleotteri scuri, brandendo
vomeri lucenti rivoltano incessanti
e stendono ondulando tutto intorno
mentre esalano gli ultimi calori dell'estate.
rubini e topazi occhieggiano tra pampini
ormai vizzi, che si vanno viepiù vestendo
di caldi gialli, grinzi ocra e rossi bruni
finché cadono esausti.
echeggiano spari qua e là, riprende il rito
venatorio d'anacronistica Diana, tributo
ai tribali vissuti, illusoria virilità d'accatto.
così sfrecciano spaventati tardivi migratori
che la paura li farà risolvere al viaggio e
gli ungulati guidano veloci i redi
a più sicuri intrigati rovi, dove le more
golose hanno lasciato posto alle spine.
odori muschiati conquistano il bosco
emergono dal tappeto fogliare che ispessisce
ogni giorno e l'umidità della notte impregna
ingravidandolo di muffe, svegliando tuberi.
Gli ultimi odorosi sapidi frutti, di gusto intenso
prima che il riposo vernino bussi la porta.
Così è questa mia ora della vita, mi cola
come acquerugiola settembrina sulla pelle
carezza fresca, prima che mi appresti al sonno.
»
- Blog di Bruno Amore
- Login o registrati per inviare commenti
- 1031 letture