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Ricordo di Totò - Buonanotte a 'e sunature...-

i cani di toto.JPG
Don Saverio Palluotto, ex bidello del Liceo Umberto di Napoli ci parla di Totò
 
 
 
Nella foto a lato "Tribuna illustrata" del 23 aprile 1967. Commemorazione di Totò in un disegno che lo ritrae con i suoi cani.
 
 
 
   Una frase del repertorio filosofico napoletano dice che: “Tutto chelle cha accummencia fernesce”. Mò, questo detto, applicato a tutte le cose di ‘sto mondo, suona: “Ogni cosa che ha un inizio, ha poi una fine”. Non mi chiedete chi l’ha detta e perché l’ha detta che neanche mi ricordo, o meglio, non lo so, ma stiamoci a “mendicarci” un momentino sopra…Si dice “mendicarci” o no? Insomma a pensarci. E’ vero!: Tutto quello che in qualche modo nasce, in qualche modo muore. Il Platone sapete che diceva?  Il Platone filosofo greco, no quello dei soldati. Diceva che esistono nell’eternità delle particelle di energia che ogni tanto scendono sulla terra a riempire corpi: praticamente le anime. Mò, solo l’anima è eterna e io mi domando quanto dura l’eternità?
Provate a contare fino a dieci: uno…due…tre…quattro…cinque…sei…sette…otto…nove…dieci…Avete  visto quanto tempo ci è voluto? Figuratevi l’eternità! Ma basta che me sto ‘mbruglianno io stesso! Tutto questo per dire che Totò morì. Marò come sono “prolasso”!
 
Quel 15 aprile…
 
La sera del 13 aprile all’autista Carlo Cafiero, che lo accompagnava a casa a bordo della sua Mercedes, Totò confessò:- Cafiè, non ti nascondo che stasera mi sento una vera schifezza…-
A casa trovò il sorriso di Franca Faldini che aveva sposata nel 1954. Si era rasserenato quando all’improvviso fu pigliato da violenti dolori allo stomaco.
-Non ti preoccupà, Franca, passano…- disse Totò. Ma che vuoi passà? Non passavano! Così chiamarono il medico. Lo “scenziato” ci dette dei medicinali, si pigliò la parcella, alzò il collo e se ne andò e , pigliando quelle medicine, pare che le cose andarono un poco meglio. Totò trascorse l’intero pomeriggio del 14 a parlare con la moglie. Le disse:
- Franca mia, questa estate la vorrei passare a Napoli, che ne pensi?-.
Furono le “ultime parole famose”, infatti la passò a Napoli…in cimitero.
Verso sera del 14, dopo cena, ebbe i primi sintomi: tremore e sudore. Era il cuore. Correttero il cardiologo Guidetti, la figlia Liliana e il cugino Eduardo. Al dottore disse:- Dottò, vi prego, lasciatemi morire, il dolore è forte, meglio la morte…-
Poi si rivolse al cugino:- Eduà, quella promessa…portami a Napoli…-
Infine alla moglie:- Franca, t’aggie vuluto bene proprio assai!-
Alle 3,25 del 15 aprile 1967 morì.
 
“’A morte sai  che d’è? E’ ‘na livella.
Ognuno, trasenne ‘stu cancielle ha fatto ‘o cunto
che ha perso tutto: ‘a vita e pure ‘o nomme.”
 
 
 
 
 
I funerali di Totò
 
Il corpo arrivò a Napoli alle 16,30  e nella Basilica del Carmine Maggiore lo attendevano circa tremila persone,mentre altre centomila sostavano nell'immensa piazza antistante.
Un lungo applauso saluto' per l'ultima volta Toto',poi il suono delle campane.
Sentite, sentite…alcune persone svennero perché pensarono di aver visto Totò vivo ai suoi funerali. In realtà si trattava di Dino Valdi, attore e controfigura di Totò che aveva avuto la pessima pensata di mettersi addosso palandrana e bombetta.
 
 
L’orazione funebre di Nino Taranto
 
 
Amico mio questo non e' un monologo ,ma un dialogo perchè sono certo che mi senti e mi rispondi.La tua voce è nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli che è venuta a salutarti, a dirti grazie perchè l'hai onorata. Perchè non l'hai dimenticata mai,perchè sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l'avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l'allegria di un'ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani,il tuo pubblico è qui. Ha voluto che il suo Totò facesse a Napoli l'ultimo esaurito della sua carriera e tu, tu maestro del buonumore, questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò, addio amico mio. Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori e non ti scorderà mai. Addio amico mio, addio Totò.
 
Chiudendo queste quattro chiacchiere, lettori miei, che vi posso dire? Ai funerali c’ro anch’io e mi sono messo a piangere e ancora mò ‘na lacrima furtiva cade ‘ncopp’’a ‘sta tastiera addò stongo a scrivere. ‘O spettacolo è fernuto e buonanotte a i suonatori!
 

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