Ma chi diavolo è? – Belzebù nella letteratura mondiale – Terza parte - | Recensioni | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Ma chi diavolo è? – Belzebù nella letteratura mondiale – Terza parte -

Don Saverio Palluotto
L’Angelo nero raccontato da Saverio Palluotto  ex bidello del liceo Umberto di Napoli
 
          E rieccomi qua,sempre dietro spinta  di Don Antonio Cristoforo Rendola (ma questo non fa altro che spingere!), a pubblicare la terza parte su Belzebù. Che poi ‘stu nome per la verità mi fa ridere, è comico, pare ‘nu cane Belze bù-bù. Questo nome in origine suonava Beelzebub (cioè fa schifo comme ‘o vuote ‘o vuote – come lo volti lo volti -) ed era una divinità filistea conosciuta come Ba…ba…baciami piccina con la bo-bocca piccolina…marò ma che mi fate dire?! Conosciuta come Baalzebub (ma che cazzarola di nome?), e sta a significare: Colui che vola.
          Dunque…nella puntata precedente eravamo rimasti a quel tale Alvaro  che si innamora di Belzebù che si è trasformato da donna, ma 'sta trasformazione, mannaggia la colonna, non è totale e, spoglia- spoglia, il povero Alvaro si trova davanti alla sorpresa finale.  Cioè…come dire mò? Marò quanto è difficile chiamare le cose col proprio nome! Io poi non capisco, perché se mi fa male il naso dico che mi fa male il naso, se mi fa male il gomito dico che mi fa male il gomito, se ho un dolore al…dico che mi fa male l’inguine!!! E mia moglie in quel momento particolare mica dice: - Savè, dammi l’inguine.- Va be che mia moglie, poverella, non lo dice più…è comprensiva! Dunque si diceva di Alvaro. Immaginatevi il poverello quando si trovò co’ ‘sto coso diabolico davanti! Disse:- Mamma mia! Ma che cazz’è?-
          Nessuno se lo seppe mai spiegare fino a quando un certo Bironno (Byron), agli albori dell’Ottocento, non "venna" a descriverci il diavolo e l’inferno secondo la nuova concezione di quelle’epoca, Nell’Ottocento, signori miei, il Diavolo la fa da padrone. Il “Romantichismo”, il “Decadutismo” scorgono in Satana il ribelle per eccellenza. Voi pensate? Si era ribellato nientemeno che a Dio! Io manco a mia moglie tengo il coraggio di ribellarmi! Mia moglie è ‘na “tirapentola”. Insomma in quel periodo Satana diventa un simbolo (come se avesse vinto lo scudetto).  Il diabolico "sierpeggia" tra le pagine di Bironno (Byron), Scella(Shelley), Bodlero(Baudelaire), fino a Vild(Wilde). Perfino ‘o Giosuè(Carducci) scrive un “Inno a Satana”, lui che in precedenza scriveva con la “pargoletta mano” circa il “verde melograno”. E a proposito di poeti, sapete a me come mi chiamano? Mi chiamano il poeta maledetto…maledetto da quelli che sentono le mie poesie. Mo ve ne scrivo una qui.
 
 
LE MOSCHE FACEVANO SILENZIO
 
Nella valle il sole
era già alto, non so quanto,
forse più di mille metri.
La luna era al “trove”.
In un campo, dieci farfalle…
cento…mille…
diecimila farfalle volavano
intorno a un fiore disgraziato.
E le mosche?
Le mosche facevano silenzio!
 
Certo si deve capire…A chi capisce, piace…Stateve buone va!
 
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 5 utenti e 3828 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Fausto Raso
  • Lorenzo
  • Bowil
  • LaScapigliata
  • live4free