Scritto da © Antonio Cristof... - Ven, 01/03/2013 - 16:33
E così siamo arrivati alla fine (per favore non dite:- meno male!-) di questo breve viaggetto in compagnia del nostro amico…ops, “nemico” Belzebù. A proposito, sapete perché si dice: “Tengo un diavolo per capello”? Perché pare che sulla terra ci sono più di sette milioni di diavoli più o meno come i capelli in testa. Ma, allora? Direte voi, se uno è calvo è santo? No! In questo caso ci avrà un diavolo solo – Un diavolo per cocuzza! - llo" compagnia del nostro amico..o male!-
Oggi mi va di lasciare da parte tutto quanto ho detto da pseudo acculturato (origliavo dietro le porte: Omero prima C, Dante terza A, eccetera) per parlarvi del diavolo che mi sta più a cuore, che tengo ‘int’’o core: il povero diavolo napoletano. Esso…Lui…come cacchio devo dire? Egli! È il simbolo di una condizione umana che esce fuori dalle bassezze di stati alternativi, di antistati come la camorra i cui deputati e senatori sono ormai confusi nel panorama politico nazionale ed accumulano ricchezze su ricchezze.
Ma il povero Diavolo è riconoscibilissimo, tanto pe’ comincià tiene le corna perché la moglie, non accettando i loro stato comatoso,specie se giovane e bella, si fa il compare. Il povero Diavolo tiene anche la coda, che lo aiuta a mantenersi in equilibrio tra i guai giornalieri. Il povero Diavolo bussa alle porte, ma nessuno apre. ‘O povere Diavule è disperate pecchè nun tene lavoro, chiagne pecchè nun po' da a magna ‘e figlie, pecche è malato e un se po' curà. ‘O povero diavolo è curto e niro. ‘O povero diavolo cammina a pede. ‘O povero Diavolo, vedennese sulo, s’impicca a ‘na trave e….”Bonanotte ‘e sunature!” Ma, scusate, v’avisseve pensate che ‘o povero Diavulo songh’io? Eh…non solo io, ma altri sette milioni,,,Insomma…un diavolo per capello.
Don Saverio Palluotto
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