Scritto da © Antonio Cristof... - Mer, 06/03/2013 - 16:09
Ed eccomi qua, con grande piacere del professore Rendola che ha l’onore di conoscermi, a parlarvi nientemeno dei nostri primi due avi: una ava e un avo che, accoppiandosi fecero questa grande “aviuola che è la terra! (Ho dato una bella immagine o no?)
Adamo ed Eva, gloria al Padre, campavano di rendita e facevano la bella vita: pranzi, cene, teatro, pizza e amore (meglio ‘e chesto do’ sta?). Stavano di casa in una grande e meravigliosa villa con giardino “sitia” nei pressi degli uffici della posta centrale a Napoli, a pochi passi dal cinema “Eden”, un locale dove si proiettavano pellicole a luci rosse[1]. Lì stavano in affitto e il Padrone di casa, che la voleva fare da duce, aveva loro detto:
-Abbadate bene, andate dove volete voi, andate a spasso per via Toledo, per Santa Lucia, per la Riviera di Chiaia…No, lì, no! Se ne stanne cadenne ‘e palazze! Insomma andate dove vi “para”, ma NON andate al cinema Eden, poiché è posto di perdizione quello e di peccato.-
P’’a verità i due ogni domenica si pigliavano il “147”e se ne andavano sopra Antignano nella tavernella di don Michele tra l’addore d’anepeta nuvella, co’ ‘o cane c’abbaiava e ‘na gallina che strillava ‘o pulicino. Piano piano s’allungava ‘a manella di Adamo e accarezzava quella di Eva mentre nel piatto si facevano freddi gli spaghetti.
La sera andavano da “Cicciotto” alla “Torretta”[2] e si accattavano cento lire di “zeppole”[3] e “panzarotti” che si mangiavano per cena.
“Ma però” le cose non filarono sempre così lisce. Miei signori che avete “l’avventura” di leggermi, per sei anni la loro vita andò abbastanza bene; era tutta fatta di “amò”, “tesò”, “ciccino”, “micetta” e paroline sussurrate. Ma nel setimo anno quelle paroline diventarono parolacce e…altro che sussurrate! Nel settimo anno, insomma, ci fu l’immancabile “crisi del settimo anno”.
Adamo si comportava stranamente, era “vasivo”, sfuggevole, non era più affettuoso. Eva, che si dava arie di “prima donna” si era messa in testa che il suo primo uomo se fosse truvata ‘na prima commarella e le “facessa le corne”.
-Ma Eva, lo sai bene che te sei l’unica donna per me…- diceva Adamo.
-Vie’ qua, fatti contà le costole…- rispondeva Eva
Un bel giorno la buona donna decise di telefonare al “Santone di Cerignola” per farsi leggere le carte. . Questo Santone, p’’a verità era un “ciarla tani” che si buttava a indovinà e, tra le tane bufale, una cosa giusta la disse:
-Il repporto fisico tre te e tuo merito, oramei è stentivo. Que, pe’ tutte le bufele! Ci vuole ‘na sensezione nuove. Hei chepite= Chepisceme a me!!!-
Un giorno Eve endò…ops, scusate…Un giorno Eva andò a comprare un chilo e mezzo di mele “annurche” dal fruttaiuolo proprio vicino al cinema. L’uomo, che era un buon diavolo, vedendola un poco abbacchiata, le domandò:
-Ma ch’è stato? Ti sei questionata con tuo marito?-
Eva gli raccontò della crisi matrimoniale e l’uomo, che era uno di mondo, disse:
-Fa ‘na cosa piccerè, porta Adamo al cinema “Eden” e ti faccio vedere che gli si risvegliano i sensi. Anzi, facite ‘na bella cosa: portatevi pure ‘e mele appriesso, così, invece di patatine e pop-corn, vi mangiate un frutto che dà sempre salute. Come dice il detto? “’Na mela a ‘o juorno leva ‘o miedeco ‘a tuorno.-
Andarono all’”Eden” e ne uscirono co gli occhi da fuori. Adamo stava allupato e alluccava:- Facimme subeto, jamme a’ casa!-
Si mettettero a corere come due pazzi. Pioveva, ma la pioggia non li raffreddava; c’era vento, ma il vento non li rallentava.
Ma quando “giungettero” sotto il palazzo, indovinate chi vi trovarono? Si, avete indovinato! Il Padrone di casa, che disse:
-Do’ siete andati di bello?-
Adamo:- Ehm…ehm…-
-Niente, niente siete andati al cinema?-
-No! Cioè si! Siamo…andati…al Metropolitan…-
- Metropolitan? E che davano?-
- Davano…davano…un film interessante…distensivo…-
- Cosa?-
- La corazzata Potemkin…-
- Voi siete stati ll’Eden! Vi ho visti con le mele in bocca. Male! Malissimo!-
Adamo, pensando che il Padrone si riferisse alle mele, disse:- Io manco ‘a volevo ‘sta mela! E’ stata Eva che si è messa nelle orecchie: “Adà, mangiate ‘a mela”. Ha detto perfino che una mela al giorno lev il medico di torno. Io volevo ‘e pap-corn…-
-Ma che pap-corn d’Egitto! - urlò il Padrone – E va bene! Visto che mi avete disubbidito, vi caccio dalla villetta con giardino! –
Nientemeno? Pe’ ‘na mela? E si ce magnaveme nu cocomero che ce faciveve?- disse Adamo tormentandosi il cervello del perché Eva al posto delle mele no “avessa comprata” le pere.
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