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Vie di mezzo

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Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.

                          Antico detto orientale

 

 

Vivendo con attenzione la vita, 
guardandosi intorno, osservando, scrutando il mondo attraverso la lente della 
complessità del tutto guardare solo il dito o la luna diventa riduttivo. 
Diventa utile e necessario saper guardare, a seconda dei contesti e delle 
situazioni, uno, l'altro e oltre. La luna simboleggia le cose grandi, il 
globale, la collettività, mentre il dito simboleggia il piccolo, i particolari, 
il personale e soggettivo. A volte è necessario guardare la luna e a volte il 
dito ma, sarebbe meglio riuscire a guardare entrambi, facendo emergere, ogni 
volta, l'aspetto necessario e lasciando l'altro sullo sfondo, come a voler 
ricordare che esistono entrambi i punti di vista.

Ampliando 
ancora il discorso si potrebbe dire che:
Quando 
il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.
Il romantico 
guarda la luna e si riempie d'emozione.

Il fanatico non ha cognizione di entrambi; nei giorni più  fortunati  riesce a vedere solo la punta del naso.
Il razionale 
guarda la luna e si chiede quanto sia lontana.
Il viscerale 
guarda lo stolto e s'infuria.
Il mistico 
guarda il dito e dice «Sta indicando la luna».
Il saggio 
guarda tutti e si chiede com'è che ogni volta nessuno nota che il cielo è 
terso.

Il pazzo neanche apre gli occhi e ti morde il dito.

 

I punti di vista sono tanti 
e diversi, ci offrono prospettive e visioni differenti, alcune soggettive, altre 
oggettive. Fortunato è chi ha la capacità di ospitare una visione universale in grado di accogliere la complessità  senza ciecamente  sprofondare dalla parte della sua fazione, come fosse l'unico modo possibile di esistere.

Volendo 
specificare meglio, si può ancora dire che se uno guarda solo il dito è come un 
topino che, tutto quello che può vedere è solo ciò che ha davanti al muso, una 
visione limitata, bassa, piccola, mentre, per contro, se si guarda solo la 
luna, le cose grandi, macroscopiche, i grandi sistemi, si rischia di perdersi i 
particolari, la vita, la visione pratica delle cose, per questo è necessario 
saper cogliere entrambi, saper vedere lontano, rimanendo ancorati a terra, 
volare come l'aquila che, dall'alto, ha una panoramica ampia, generale delle 
cose, pur vedendone i particolari, visto che, si sà, ha una vista formidabile.


E ancora, l'aquila sta a metà tra cielo e terra, può librarsi in cielo e 
muoversi "a terra", in equilibrio tra l'uno e l'altro ma, non basta. 
Tra la luna e il dito c'è tutto quanto il resto del cielo, tutto quello che 
rimane sullo sfondo sempre, senza che ce ne accorgiamo mai, a meno ché non 
facciamo un lavoro d'introspezione e miglioramento su noi stessi attravero la 
conoscenza e l'esperienza di noi stessi e del mondo: un lavoro di precisione, 
di cesellatura, profondo, formato da incontri e connessioni tra opposti, dove i 
contrari diventano spinte creative.

Del resto il pensiero si forma per coppie, 
ha una struttura binaria, dove la singola parola agisce solo se ne incontra 
un'altra che la stimola, la provoca e la costringe ad uscire dai binari e a 
scoprire nuove capacità significative. Dove lo scontro tra opposti genera il 
singolo elemento, perché non esistono concetti a sé stanti ma, solo binomi di 
concetti e per avere una visione globale e particolareggiata di tutto è 
necessario guardare prima il dito, poi la luna ed infine ciò che ci sta in 
mezzo.

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