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Pietà

Pietà di  A. Iurilli DUhamel

“Non nelle cose depravate, ma in quelle bene disposte secondo natura, dobbiamo esaminare ciò che è naturale.”

Aristotele, Politica

 

Il più grande nemico della Pietà è quel  individualismo distorto derivante  dall’illusione di essere speciali, autoprodotti, autosufficienti, autoreferenti, auto bastanti a se stessi.

 

La Pietà era il sentimento preferito da Socrate, il quale ben lungi dal ritenersi un self-made man, ebbe sempre presente il suo debito di gratitudine nei confronti di coloro che lo avevano preceduto, che avevano lottato per la conoscenza e la difesa di valori e di privilegi da molti ritenuti ovvi e scontati. La pietà somiglia   all’ultima bolla di una  di processo fermentativo, dove la consapevolezza della nostra dipendenza  dal passato la  nostra interdipendenza  nel presente ci pongono di fronte ad un profondo senso di responsabilità.

 

Albert Einstein disse: “Centinaia di volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita  dipende dal lavoro di altri esseri umani, vivi e morti, e per questo mi impegno a dare nella stessa misura in cui ho ricevuto e continuo a ricevere.”

 

La vita non è un fatto privato, è una situazione civile che ci coinvolge tutti. Nessuno inizia la propria vita sui generis; il nostro inizio coincide con un debito, la Pietà per l’appunto, necessita della consapevolezza di questo debito, e della generosità nel mantenere  viva la catena dell’esistenza che è una lunghissima  concatenazione di scambi.

 

L’essenza della Pietà è l’intima sensazione che dobbiamo rimettere la nostra esistenza a qualcosa che va ben oltre: siamo esseri sociali e comunitari, non siamo isole, siamo depositari di talenti  unici , ma  ognuno di noi è parte fondamentale del paesaggio,  e nello stesso tempo   è erede di un destino sociale in quanto prodotto storico.  Gli individualisti invece, sono esseri monchi, poiché sono stati deprivati del loro   passato e del loro   futuro.

 

La Pietà per Cicerone è:  “ Giustizia verso gli dei, è la base di tutte le virtù, che  ci ammonisce a compiere il nostro dovere nei confronti della nostra nazione, la nostra famiglia e i nostri consanguinei.”

 

La Pietà ci mette nella condizione di onorare le nostre fonti di provenienza da cui sgorga la nostra ricchezza umana e ci predispone a divenire oggetto di gratitudine da parte di coloro che seguiranno.

 

La Pietà muove da un bisogno di  giustizia e ugualianza perché privilegia ciò che accomuna da ciò che divide; non necessita dell’appartenenza ad alcun credo specifico, è una condizione naturale che parte da due sentimenti di base: il sentimento di sé e la ripugnanza nel veder soffrire ogni essere sensibile; entrambi sono  anteriori alla ragione e all’educazione.

 

L’uomo moderno però ha imparato a mettere da parte questi  sentimenti; troppi secoli di somatofobia lo hanno reso debole e shiavo ottundendo  quel  sentimento di sé  basilare da cui scaturisce una genuina Pietà. Troppe colpevolizzazioni troppa pressione al fine di  apparire falsamente virtuosi ci hanno condotto senza pietà alla grave perdita del senso di noi.

 

La Pietà esige l’attivazione di un ancestrale senso materno e  non necessariamente si attiene all’aver partorito  figli,  a tal punto tanto che anche un uomo ne può essere pienamente provvisto provvisto.

 

“Un uomo in una donna, anzi uno dio, per la sua bocca parla, ond'io per ascoltarla son fatto tal, che ma' più sarà mio. I' credo ben, po' ch'io a me da lei fu' tolto, fuor di me stesso aver di me pietate; se sopra 'l van desio mi sprona il suo bel volto, ch'io veggio morte in ogni altra beltate. O donna che passate per acque e foco l'alme a' liei giorni, deh, fate c'a me stesso più non torni.

 

Scriveva Michelangelo  a Vittoria Colonna , e chi più di lui fu  maestro di Pietà?  Nessun artista nella storia dell’Arte ha rappresentato questo sentimento  con maggiore enfasi e sentimento, le sue quattro Pietà  create nel corso della sua vita sono la ricerca di quelgli elementi che mantengono la vita ai massimi livellie di umanità e bellezza: la Pietà è alla base della vita e senza di essa come Michelangelo ci ha ampiamente indicato, non vi è possibilità di rinnovamento e rinascita.

 

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