Da non perdere le ultime fatiche di Antonio Canova; sublimi e sommesse le Metope realizzate per il tempio di Possagno, e recentemente restaurate, vengono offerte alla nostra ammirazione rivelandoci una delicatezza piena di sentimento e spirito. Non rappresentano una novità intermini stilistici, ma questi ultimi capolavori recentemente restaurati meritano una attenzione molto particolare.
Si tratta solo di gessi ricavati da terra cruda, e compongono la serie delle Metope che furono donate dal Canova nel 1822, all’Accademia Reale di Belle Arti di Venezia. Traggono ispirazione da note scene bibliche come: il Sacrificio di Isacco, la Creazione dell’uomo, l‘Annunciazione, la Presentazione di Gesù al tempio, la Visitazione e l’Uccisione di Abele.
Sono un lavoro di sublime bellezza, dal quale emergono lo stile neoclassico in tutta la sua forza espressiva, e il sentimento di un grande artista prossimo alla fine dei suoi giorni.
Le opere a differenza del solito, furono eseguite a spese del maestro per celebrare Pio VII Chiaramonti, il pontefice che più di tutti, lo riempì di elogi e importanti incarichi. Il suo progetto iniziale, prevedeva, una grande statua alta almeno otto metri, che rappresentasse la religione cattolica; la Chiesa però, non si mostrò favorevole al progetto e bocciò l’iniziativa.
Il maestro non si perse d’animo, e optò per la costruzione di un Tempio sensazionale, nella sua terra natale, a Possagno in provincia di Treviso.
Trattandosi di Canova il tempio non poteva che ispirarsi ai grandi templi del classicismo, difatti è una via di mezzo tra il Partenone e il Pantheon; la sua costruzione iniziò nel 1819 e le Metope per l’appunto, furono progettate per essere collocate nella trabeazione dell’edificio.
Furono eseguite nella misura di circa 115 x 122 x 20.5 centimetri, e dopo essere state ricavate dal modello in terra cruda furono spedite ancora in gesso nel 1822, dal porto di Ancona, all’Accademia di Venezia, per poter essere riprodotte in marmo d’Istria.
Raggiunsero Venezia sane e salve, ma la morte prematura di Antonio Canova, pose fine all’ambizioso progetto; spirò proprio a Venezia il 13 ottobre 1822 e da allora l’Italia, non potrà avvalersi di scultori di tale levatura internazionale.
Prima dell’operazione di recupero, i gessi presentavano numerose rotture, causate sia dai supporti di ferro degradati, che da macchie di cera, ruggine e strati di polvere. Il recente restauro le ha riportate in vita dopo essere state dimenticate per tanto tempo, e purtroppo, mai tradotte in marmo.
Per tale importante occasione, è stata organizzata una grande rassegnadal titolo:
Canova/ L’ultimo capolavoro.
La mostra si svolgerà in due tappe:
dal 3 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014, alle Gallerie d’Italia di Milano, e dal 20 gennaio al 27 aprile 2014, al Metropolitan Museum of Art di NewYork.
A Milano la presentazione, sarà ulteriormente arricchita dai bassorilievi, sempre canoviani, della serie Rezzonico, della fine del Settecento.
Milano, Piazza della Scala, 6
Orari. da martedì a domenica: 9.30 – 19.30;
giovedì 9.30 – 22.30;
lunedì chiuso
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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