Scritto da © Antonella Iuril... - Lun, 07/10/2013 - 15:24
Al contrario di altri, accecati dalla loro immagine,
inglobati in una aridità abissale, eternamente in astinenza di un faro che li riscatti dal buio della loro vacuità, puntualmente privi di scopo, a parte l'inesauribile necessità di esercizio del proprio potere.
Ho visto gente soffrire per futili ragioni di vanità: arrabbiarsi per qualche centimetro in meno di statura, ( non di certo morale), per le rughe più o meno impietose che prima o poi solcano il volto di tutti, per la delusione di non essersi conquistati un qualsiasi primo posto, per l'ultima nuova pelliccia di una collega, persino per l'amante di un caro amico.
Parimenti, ho visto gente ferita all'inverosimile, non perdere mai di vista la sofferenza altrui; un bambino gravemente ammalato preoccupato di non far piangere la mamma, un povero affamato desideroso di donare un pezzo della propria magra porzione, una donna quasi annegata pur di salvare un incauto gattino caduto nel fiume.
Eroi normali, capaci di abnegazione, in gara con sè stessi,orgogliosi di essere utili, provvisti di una unica ricchezza fatta di pochi zeri ma di grande cuore.
Al contrario di altri, accecati dalla loro immagine,
inglobati in una aridità abissale, eternamente in astinenza di un faro che li riscatti dal buio della loro vacuità, puntualmente privi di scopo, a parte l'inesauribile necessità di esercizio del proprio potere.
Immancabilmente in forma nell'assoggettare l'altro, stupendamente efficienti nelle loro manovre di controllo, al fine di gustare il più a lungo possibile, quella particolare sensazione di cui certe persone sembrano avere un gran bisogno bisogno per sentirsi al sicuro, al di sopra di tutto e soprattutto di sè stessi.
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- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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