Scritto da © Anna Chiappero - Sab, 06/02/2016 - 10:34
Argomento volutamente ignorato, dalla maggior parte degli esseri umani, forse per scaramanzia, forse per ostentata pseudo indifferenza per ciò di cui si dovranno occupare altre persone, forse perché parlare della morte, soprattutto della propria, crea un fastidioso disagio francamente suscitato dalla paura.
Purtroppo nella mia lunga vita, ho partecipato a molti funerali, in particolare quelli delle persone a me più care sono stati terribilmente dolorosi.
Questo ultimo atto della vita, per quanto mi riguarda, è l’atto più intimo che coinvolge la famiglia, i veri amici e coloro che hanno sentito nei tuoi confronti sincera stima e rispetto.
Vivendo in un piccolo paese, ed essendo diventata nel tempo sempre più attenta, critica ed esigente verso gli atteggiamenti altrui, sono giunta alla conclusione che il mio sarà un funerali ad inviti.
Niente codazzo in processione di quelli che si sentono in dovere di fare presenza, per convenzione, per opportunità, per dovere: dovere di che?. Nessun capannello di persone che si rivedono solo in occasione dei funerali , si compiacciono dell’essersi rivisti e, con l’occasione, programmano una rimpatriata per parlare dei propri affari, esibire successi,lamentare malanni, commentare separazioni, divorzi, nascite e chi più ne ha più ne metta.
Strette di mano, abbracci, lacrime spremute in un attimo di doverosa commozione, condoglianze, fiori e al defunto, sono pochissimi quelli che pensano: che malinconia!
Il mio funerale sarà sobrio, la lista degli invitati è già pronta, la parentela che non deve intervenire è già stata avvisata.
Mio grande desiderio è che quei pochi che mi amano veramente, non soffrano troppo, mi ricordino e si ricordino di provvedere, come accompagnamento alla mia cremazione, all’esecuzione della meravigliosa marcia funebre di Beethoven, scritta per la morte di un eroe. Anche su questo argomento ci sono diverse interpretazioni, ma questa è un’altra storia.
Naturalmente mi auguro che il tutto avvenga il più tardi possibile!
Anna Chiappero
Purtroppo nella mia lunga vita, ho partecipato a molti funerali, in particolare quelli delle persone a me più care sono stati terribilmente dolorosi.
Questo ultimo atto della vita, per quanto mi riguarda, è l’atto più intimo che coinvolge la famiglia, i veri amici e coloro che hanno sentito nei tuoi confronti sincera stima e rispetto.
Vivendo in un piccolo paese, ed essendo diventata nel tempo sempre più attenta, critica ed esigente verso gli atteggiamenti altrui, sono giunta alla conclusione che il mio sarà un funerali ad inviti.
Niente codazzo in processione di quelli che si sentono in dovere di fare presenza, per convenzione, per opportunità, per dovere: dovere di che?. Nessun capannello di persone che si rivedono solo in occasione dei funerali , si compiacciono dell’essersi rivisti e, con l’occasione, programmano una rimpatriata per parlare dei propri affari, esibire successi,lamentare malanni, commentare separazioni, divorzi, nascite e chi più ne ha più ne metta.
Strette di mano, abbracci, lacrime spremute in un attimo di doverosa commozione, condoglianze, fiori e al defunto, sono pochissimi quelli che pensano: che malinconia!
Il mio funerale sarà sobrio, la lista degli invitati è già pronta, la parentela che non deve intervenire è già stata avvisata.
Mio grande desiderio è che quei pochi che mi amano veramente, non soffrano troppo, mi ricordino e si ricordino di provvedere, come accompagnamento alla mia cremazione, all’esecuzione della meravigliosa marcia funebre di Beethoven, scritta per la morte di un eroe. Anche su questo argomento ci sono diverse interpretazioni, ma questa è un’altra storia.
Naturalmente mi auguro che il tutto avvenga il più tardi possibile!
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