Anche questa notte come altre, si odono da lontano solo i loro passi avvicinarsi
in costante ritirata
(la pelle tesa... il sasso sul bordo)
riuscissi a guardarli fissi, negli occhi vivi, vedrei le loro promesse mantenute
con sacrificio quotidiano
(la ricerca era finita sul fondo della pelle, prima della foschia)
Mi sono sempre chiesta se fossero incazzati con la vita, o le ingiustizie che essa
gli aveva donato, li aveva anche forgiati nei freddi inverni, temperandoli al caldo
delle estati senza separarli dai loro indumenti
ed io li vedo nell'aria, sempre appesi tra bufere di menzogne udite per le vie del porto
tra profumi di gigli in fiore e legno marcio
Nelle fantasie che vacillano dentro la mente malata di chi sa osservare in silenzio,
ho immaginato ancora quel sano e coerente saluto, di chi sta andando via,
lasciando un malinconico arrivederci ai presenti
- "buona sera Gabriel,
spero sia andato tutto bene oggi, retorico dirti che il sole brillava
- " si Peter,
ho preso l'ultimo te caldo anche per te,
prima di ascoltare i lamenti ossessivi del silenzio che ci portiamo addosso
Da troppo tempo alla foce dei pensieri
s'infrange stretto l'alito
appannando il fiume che ha bisogno del mare
muscoli dorsali consumati, fragili al petto molle
la carne si scalda, schiena contro muro
-" ti ricordo Peter, che questo è l'ultimo treno per Parigi
-" rammenta Gabriel, i finestrini dei treni sono come la pellicola di un film mai visto
inizia
e nessuno sa, dove sia l'arrivo
ed è ora di tornare a casa amico mio ,con un giglio bianco tenuto fra i denti
-" già Peter, prima che arrivi la fine e ci colga di sorpresa,
lo hai fatto il biglietto?
-"CAZZAROLA NOOOOOOO IL BIGLIETOOO...
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- Blog di Andrea Pozzoli
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