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recalcitrante sull'altalena sorda

 
Polvere, tutta polvere! Affanculo tutti i demoni e le stelle cadenti che mi hanno tenuto in vita. La speranza è un cuscino per la notte, meglio dormire scomodi o non dormire affatto. Polvere! Le parole scritte o solamente dette per imbrattare fogli o riempire il silenzio. La poesìa: ahhaha!
 
Tu mi dici che è tutto scritto; io non so leggere nè lo voglio. Me ne sbatto delle stelle e del destino. Se credessi a loro, passerei tutto il mio tempo a dormire. Voglio che mi si lasci alla fors’anche illusione di spostar montagne e poi di morire per un raffreddore.
 
Spremi il dì come un agrume e meno agra parrà la sera; spremi la notte di tutto il suo buio e più dolce sarà l’aurora; spremi tutto il giorno e bevi ad ogni suo calice fino a che non ne sarai ebbro e disgustato.
 
Andiamo, capitano, spieghiamo le vele e fuggiamo da questo porto, chè, morto per morto, preferisco affogare. Andiamo verso la tempesta a sognar torpidi talami di donne e di vino. Andiamo a scommetter col mare e a sfidare la sorte. Andiamo verso la vita che si corona della morte.
 
Vedrò aprirsi il cielo come un sipario sul teatro della vita; vedrò il sorriso sull’ultima lacrima come su una perla; vedrò spezzarsi la catena immonda restituirmi all’etere; vedrò la fiamma blu spegnersi nel gran barbaglio.
 
Avrei dovuto salire su treni affollati. Partire, tra schiamazzi, per mete devote all’inerzia. Confondere la mia voce con il coro. Mai tentare il volo?
 
Passammo nei mercati senza vendere nè comprare, nelle valli fummo corsi d’acqua, disprezzammo le pianure e l’orizzonte uguale; ci affrettammo a passare ogni terra, come fossimo stati a piedi nudi su spiagge roventi, senza confonderci con chi si illude di restare,bevemmo alle nostre due bottiglie di vino novello e di acqua del Lete. Vennero le sirene a cantare e divani morbidi a sedurci, e li passammo.

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