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Amica di Rinaldo Ambrosia

 
 
Cominci da piccola, in quel mondo buffo che è il tuo nido, tra i tuoi genitori e il fratellino (quello che è nato prima di te e che ti tormenta sempre) e i nonni. E dal quel mondo ovattato cresci e apri la porta di casa che ti proietta nel mondo vero.
Inizi a interagire con quell'ambiente.
         A scuola i primi dissapori, l'amica del cuore che fa la stupida con quel ragazzo che tanto ti piace, ma che non lo glielo diresti mai. Cresci, diventi donna, i jeans lasciano il passo alle gonne. Impari a curare di più la tua persona. Scoppiano le prime cotte e gli amori finiti male. Soffri, gioisci, ma vivi. Poi termini gli studi ed entri nel mondo del lavoro.
         Sgomiti tra colleghi invadenti e arrivisti. Trovi un pacato equilibrio e scopri anche il collega umano. Lo frequenti e ti innamori, in comune riversate i vostri sogni. Il giorno del matrimonio è una festa che fa fatica a contenere la esuberante e chiassosa gioia di tutti.
         Entri nella tua nuova abitazione, quella che avete progettato e arredato insieme, il tuo secondo nido. Sono anni di entusiasmo e di grandi progetti, di viaggi. Anni di lavoro, in fabbrica, in ufficio e poi a casa.
         Affronti la maternità, il dolore e la gioia di una gravidanza e del parto è una cosa solamente tua ed è indescrivibile. Dopo le notti in bianco, e la scuola, il tempo accelera, i figli crescono e in un attimo te li ritrovi ragazzi. Vedi nei loro occhi i tuoi vent'anni, e quando incroci lo sguardo di tuo marito ti sembra sempre ieri. Ma il tempo corre implacabile. I tuoi genitori muoiono e lo strazio maggiore, ai funerali, lo leggi sul volto dei tuoi figli.
          Poi la vita continua ad avanzare, nelle feste natalizie, dove tutta la famiglia è riunita, cogli i segni degli anni sul viso di tuo fratello. Già, il tempo inesorabile scorre. E quelle rughe che segnano il volto te lo confermano.
         Il tuo corpo è entrato in un'altra stagione, il tuo metabolismo cambia, il tuo fisico si modifica, ma a te sembra di avere i tuoi soliti vent'anni. Scrolli le spalle e scuoti i tuoi capelli al vento, che a ben vedere ora hanno un taglio più corto.
         Al matrimonio di tuo figlio, il primogenito, ti sembra che il tempo si sia arricciato su se stesso. Fai correre lo sguardo sulle tue amiche e sembra che anche loro siano colte dalla patina ambrata degli anni, ma i sorrisi sono gioiosi e gli sguardi quelli di sempre. Le stagioni corrono, nascono i nipoti, ti affezioni con tenerezza a quei cuccioli dei tuoi figli. Ma è con Chiara, la tua nipotina prediletta, che provi maggior affetto, con il suo crescere, affinità elettive vi uniscono sempre più. Il giorno della sua laurea, riscopri sul suo volto gioioso lo stesso tuo sorriso, quello dei tuoi vent'anni.
         Tuo marito il tempo l'ha portato via, dopo la sua morte ti sei trasferita, ora abiti vicino a tua figlia. Giri nelle camere della tua nuova abitazione e ti senti un'estranea, ma sono gli oggetti poggiati sulle mensole della libreria, le fotografie, a rassicurarti che questa continua ad essere la tua vita.
         A volte, la notte ti porta i ricordi come frammenti di relitti in sogno. Sveglia, accarezzi con il pensiero istanti del tuo passato, sorridi con tenerezza, consapevole che sono momenti che la vita ti ha donato e pensi che non basterebbero cento vite per viverne bene una. Ma non hai nulla da rimproverarti, serena ti addormenti nuovamente, mentre la luce del giorno fa capolino all'orizzonte.      
                                                                          
                                                                                     rinaldo ambrosia, marzo 2012
 
 
 

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