Scritto da © amcozza - Mer, 20/12/2017 - 20:34
Fiamma e fuoco che sfavilli
quando ogni luce mente
ascolta la dolcissima canzone
che per prenderti il cuore intono:
essa è discreta, è leggera
come murmure d’acqua che schiumi.
E' nelle pieghe del suo velo
cristallino che borboglia il mio amore
e soave in noi si insinua
nel brivido di un sogno.
Vivida parvenza come sfarfalli
e in me celestiale alberghi
quando in solitudini mi impiglio
o altro cruccio si avvicina
o tristezza tombale mi silenzia!
quando ogni luce mente
ascolta la dolcissima canzone
che per prenderti il cuore intono:
essa è discreta, è leggera
come murmure d’acqua che schiumi.
E' nelle pieghe del suo velo
cristallino che borboglia il mio amore
e soave in noi si insinua
nel brivido di un sogno.
Vivida parvenza come sfarfalli
e in me celestiale alberghi
quando in solitudini mi impiglio
o altro cruccio si avvicina
o tristezza tombale mi silenzia!
Salvifica, giungi in tempo
se in allarme va la mia vita,
salvaguardami da sciagure!
Il buio il vuoto e il niente
non mi sottomettano a turno
quando la mente dolente
vacilla sul margine franoso
di un pallente prossimo futuro.
Da che presi colpi e pizzicate
dagli inganni della gioventù
e retrocessi nella sopravvivenza
ne è passato di tempo.
Ammetto, oggi-che tu ci sei-
che già sia un miracolo accaduto
se ad essi sono sopravvissuto!
Oh vampa che abbagli e non ti spegni
e mi affianchi nei giorni senza sole
sei l'accappatoio in cui mi avvolgo
quando tremulo dalla fredde acque
della morte intirizzito emergo!
Esulta! Al mio canto, batti le mani
fino a che -addio!- la vita non ci dica:
regga ancora al tempo la nostra sorte
che sul pendio rotola verso la fossa.
se in allarme va la mia vita,
salvaguardami da sciagure!
Il buio il vuoto e il niente
non mi sottomettano a turno
quando la mente dolente
vacilla sul margine franoso
di un pallente prossimo futuro.
Da che presi colpi e pizzicate
dagli inganni della gioventù
e retrocessi nella sopravvivenza
ne è passato di tempo.
Ammetto, oggi-che tu ci sei-
che già sia un miracolo accaduto
se ad essi sono sopravvissuto!
Oh vampa che abbagli e non ti spegni
e mi affianchi nei giorni senza sole
sei l'accappatoio in cui mi avvolgo
quando tremulo dalla fredde acque
della morte intirizzito emergo!
Esulta! Al mio canto, batti le mani
fino a che -addio!- la vita non ci dica:
regga ancora al tempo la nostra sorte
che sul pendio rotola verso la fossa.
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