An Amazing Story Capitolo 2 Parte 2 | Prosa e racconti | Carlo Gabbi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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An Amazing Story Capitolo 2 Parte 2

Juanita e Dolores vivevano in una localita’ rurale, distante trenta miglia da Sacramento, e quel luogo aveva tutte le comodita’ cittadine.

'E' magnifico rivederci nuovamente. Arrivi nel tempo migliore e ci porti la gioia Natalizia. Sono ora felice come ai nostri giorni in Rio.' Juanita mi disse, dandomi un bacio di benvenuto all'aeroporto.

Erano passati tre anni dal giorno della mia partenza da Rio, e il rivederla nuovamente mi rendeva felice.

Juanita era ancora quella esuberante donna Brasiliana che ricordavo. La mia dolce Dolores invece stava, nei suoi undici anni, fiorendo nel suo corpo grazioso che incominciava a presentare rotondita’ sinuanti che ogni graziosa giovane donna desidera di possedere. Nel guardarla mi ricordo’ l'aspetto della madre quando ebbi l’occasione di far la sua conoscenza in Rio.

Dolores era conscia del mutamento del suo giovane corpo femminile e si sentiva orgogliosa nell’apparire ai miei occhi in quella nuova transformazione che metteva in risalto la sua appariscente figura di donna.

Mi venne vicino, mi strizzo’ furbescamente un occhio, chiedendomi, ‘Mi riconosci ancora Uncle Bill?’ Poi, come suo solito mi abbraccio’ e mi diede un schioccante bacio sulla guancia.

Fu pure in quella prima sera, quando fummo nuovamente assieme, che Dolores in gran segreto mi confido', ' Sai Uncle, che un mio compagno di scuola mi sta corteggiando? E sai cosa? L’altro giorno mi bacio’, ma non sulla guancia. Era strano, e volle inserire la sua lingua nella mia bocca. Perche' mai, Uncle Bill? Anthony mi disse che quello e’ come gli adulti fanno. Ma e’ quello il vero modo di baciare?’

Non trovai una risposta pronta, cosi’ preferii non parlarne apertamente, dicendole 'Chiedi a tua mamma. Come donna ha certamente una risposta migliore della mia.' Seguirono giorni felici che mi donarono gioia ed mi sentivo orgoglioso di avere ricevuto una famiglia come dono Natalizio.

Per sentirci piu’ a nostro agio, affitai un appartamento turistico a San Pablo, una cittadina che si trova nell’entroterra della magnifica baia di San Francisco, su quelle stesse calme acque e che nella distanza offrono la vista delle luci notturne di quella citta’.

Trovai che questa baia aveva molte similirita' con la baia di Rio. Entranbe le metropoli si trovano sulle calme acque recchiuse dai verdi colli che creano la baia e che la proteggono dalle furie inclementi delle alte onde del mare burrascoso.

Il mio pensiero poi incomincio’ a vagare nel passato, in quiei giorni in cui assieme a loro trasorevamo i nostri fine settimana sulla Costa Smeraldina in Brasile.

L’essere ora qui con loro a San Pablo era null’altro che la naturale continuazione di quei giorni del passato, un dolce risveglio mattutino, dopo una lunga notte di separazione.

Si usava vagare all’intorno ed un giorno, dopo una scorazzata lungo la costa, entrammo in un negozio locale dove vendevano CDs,. Tra i molti Juanita scelse alcuni che presentavano musiche brasiliene. La vidi gioiosa e compresi bene il suo desiderio di mantener viva le memorie della sua madrepatria.

Quelle musiche, la sera sucessiva, mi furono offerte come una gradita sorpresa da parte di Juanita e Dolores. A mia insaputa avevano preparato un piccola esibizione dove esse danzarono per me le loro sambas tradizionali del Brasile.

Riconobbi che erano ballerine nate, come ben lo sono la maggioranza dei Brasiliani.

Erano ricoperte da bikini multicolori che donavano grazia ai loro corpi sinuosi che ancheggiavano ai ritmi di quella musica scatenata. Era per me un grande piacere nel vederle muoversi con tale innato senso musicale nel seguire i passi dettati dal ritmo di quella musica esotica.

Dolores, sebbene fosse ancora giovane in eta’, era alla pari con la madre nell’emulare passo a passo le frenesie che la samba creava nei loro corpi. In lei pure era innato l'instinto come ballerina.

* * *

In quelle tarde sere Californiane, Juanita ed io si usava stare vicini seduti di fronte al camino su un comodo sofa. Ad inluminarci erano solamente quei riflessi rossastri che emanavano dal fuoco scoppiettante nel camino che irradiava il suo calore attorno e donava un piacevole tepore alla nostra intimita'. Da quei ceppi ardenti si innalzavano scintille, che erompevano come minuscoli fuochi d’artificio.

Ci si sentiva felici di essere uniti in quella atmosfera paradisiaca, che donava gioia ai nostri cuori discendendo nelle profondita’ dell’animo.

Attraverso la larga porta-finestra, con larghe lastre di vetro, potevamo ammirare le luci lontane e multicolori che rimbalzavano sulle calme acque della baia in fronte a noi,formando una lunga ininterrotta linea che si congiungeva alle luci lontane di San Francisco.

Aprezzavo la calma di quell’atmosfera e mi inebriavo alla vicinanza del corpo di Juanita che, come una gattina facente le fuse, si raggomitolava sul mio grembo, cercandovi il calore del mio corpo. Sentivo pure io altrettanto il bisognavo della sua intimita' ed in quei momenti solo lei poteva, cosi’ stretta vicino a me, farmi comprendere quanto mi era mancata negli ultimi tre anni. Erano in quei tardi imbrunire che trovavo maggiormrnte il suo corpo invitante e caldo. Sentivo da lei emanare il desiderio di voler essere amata ed unita a me, in quei dolci amplessi d’amore. Mi invitava, baciandomi dolcemente. Poi, in quell’abbandono, sentivo il suo desiderio crescere, nel mentre che dal suo corpo sprigionavano tutte quelle essenze vitali per dar via al sentore di sapori e piaceri stimolanti. Quello era il modo in cui sentivo ancor piu’ forte il suo invito ad iniziare l’esplorazione della sua intimita', e della sua sessualita'.

La lunga separazione dei nostri corpi aveva accresciuto i nostri desideri. Il nostro vecchio fuoco d'amore inrompeva ora nuovamente, simile a quel fuoco scoppiettante nel camino in fronte a noi. Era pure il nostro amore altrettanto luccicante, capace di sprizzare faville ardenti, che salivano verso l’infinito. Amore che era come non mai rimasto immutato ed uguagliato. Poteva esistere unicamente perche’ era capace di raccogliere il meglio di quanto era in noi.

Cosi’, in quelle notti, i nostri sensi erano ora esaltati al massimo, erano capaci di carpire odori e sapori emanati dai nostri corpi, e compressi per troppo a lungo in noi. Ed ora erompevano liberi, come acque per troppo a lungo represse, entro una diga troppo ripiena all’arrivare di nuove acque al giungere improviso dell’alluvione del nostro amore.

Ci sentivamo muti, incapaci di esprimere con parole il valore dei nostri sentimenti, uniti in un amplesso amoroso, silenzioso, senza disturbare i mille desideri assopiti in noi. Ed in quei momenti si era piu’ che mai consapevoli di quanto le nostre parole fossero superflue. I nostri corpi, erano attratti, riconoscendosi l'un l'altro. In noi esisteva la necessita' di quell'unione primordiale, liberando i nostri corpi, scindendo le nostre anime, invitandole a divenire un unica unita’.

Le nostre notti d’amore erano troppo brevi per colmare i vuoti lasciati dal passato.

I nostri appetiti erano enormi, quanto lo erano pure i desideri repressi dall’immensita’ del tempo.

Ed in questo modo ci ritrovavamo colti dall'alba incipiete, dopo una lunga notte d’amore. La pallida luce che stava sorgendo era consapevole del nostro ultimo amplesso, che aveva raggiunto allora il suo apice. Sentivo Juanita che lanciava il suo ultimo urlo soffocato di piacere, mentre lei era scossa da un’ultima convulsa contrazione. La sentivo ora completamente appagata, nel mentre mi trasmetteva, con il suo ultimo orgasmo, la sua gioia d’amore.

* * *

Durante quelle lunghe notti di passione sentivo il bisogno, di far comprendere a Juanita quali fosseri i miei desideri per un futuro assieme, ed essere uniti come marito e moglie.

Ma come potevo essere onesto con il mio desiderio? Come potevo chiederle di sposarmi, per poi, due settimane piu' tardi dovrla abbandonare per andarmene a vivere, per un tempo indefinito, in una delle piu inospitabili regioni esistenti nel mondo?

In quelle ultime settimane avevo compreso quanto Juanita fosse felice di vivere in California. Capii che lei finalmente si sentiva paga dalla sua nuova vita, che era anche molto piu' di quanto avesse sperato. Sapevo pure, che tra non molto, sarebbe entrato nella sua vita l’uomo ideale, che le avrebbe donato dedizione ed amore che tanto abbisognava.

Ugualmente volli farle comprendere i miei desideri e pensieri.

Mi zitti' assicurandomi, 'Non dirmi null'altro. Sara' sempre la gioia piu' grande quando potro’ averti vicino. Ogni attimo che tu potrai donarmi in futuro sara’ di un valore immenso. Sappi che il nostro amore e' cosi' intenso poiche' doniamo tutto noi stessi, liberamente e spassionatamente, quando abbiamo la gioia di essere assieme. L'amore consiste nel donare tutto noi stessi, corpo ed anima, a colui che si ama senza chiedere alcun priviligegio. Abbi fiducia nel futuro. nell’essere assieme troppo a lungo, subbentra la monotonia dei corpi ed i sentimenti sublimi del nostro amore diminuerebbero di intensita'. Pensa invece come la separazione accentua ed intensifica i bisogni d'amare.'

* * *

 

 

La notte inspirava l'intimita' spirituale e parlammo apertamente di tutti i nostri intimi pensieri segreti. In questo modo potemmo aprire il vecchio colloquio spirituale, il quale nel passato ci aveva donato piaceri enormi. Parlammo lungamente di quanto la nostra separazione fosse dolorosa.

Poi chiesi a Juanita, 'Dimmi, com’e’ la tua nuova vita nel tuo nuovo paese di adozione?'

'Vivere negli Stati Uniti e' immensamente piacevole, ed alquanto migliore rispetto alla mia vita in Brasile. Qui sono accettata dagli uomini alla pari di loro, per diritti e doveri. Inoltre qui non esiste alcuna predominazione maschile. Sicche’ mi sento libera dall’oppressione che mi era stata imposta dal maschio Brasiliano. Ho pure notato che qui negli Stati, nessuno si interssa della vita personale altrui ed e’ tanto piu’ facile creare nuovi amici, anche se a volte possono essere occasionali, trovati nelle sale del pub, bevendo assieme un bicchiere di birra.’

‘Sicche’ ti senti libera di scaacciare lontano le tue malinconie?’

‘Si.Normalmente passo i miei fine settimana nelle sale da ballo. Il danzare e' sempre stata la mia passione, come tu ben sai. E’ facile trovare il giusto compagno che mi possa rendere felice, sia danzando sulla pista da ballo come pure nella danza dei piaceri sessuali qualora cado preda da quel momentaneo desiderio, affaciatosi troppo impetuoso. Ma ancora l'uomo dei miei sogni non e' entrato entro la mia vita.'

'Ho piacere di saperti felice, mia cara. Vedo bene la tua giaia di vivere e mi auguro che presto incontrerai colui che potra' anche donarti l'amore.'

'Si Bill, la mia vita e’ migliore. Mi sento libera e soddisfatta, La mia paga e’ buona. Ho amici, una casa migliore, insomma finalmente mi sento me stessa.’

‘Dovendo presto esserti lontano mi sento rassicurato a quanto mi dici. Solo dovresti avere anche qualche buon amico.’

"Ho conosciuto Helen recentemente e siamo divenute buone amiche. Dovresti conoscerla. E' una donna stupenda. Sin dal giorno che l'ho conosciuta, la mia vita e' divenuta piu’ intensa e spensirata.'

'Molto interssante. Mi stai incuriosendo.'

‘Ho conosciuto Helen la scorsa estate. Ero in un bar cittadino, seduta al bancone con una bibita fresca in fronte a me quando notai che una magnifica donna, seduta non molto lontano, mi stava studiando intensamente. Poi venne a sedersi vicino a me e si presento'. Ordino' due Bloody Mary, offrendomene uno, ed in un baleno iniziammo a chiaccherava passionatamente come vecchie amiche.

‘Helen, mentre parlava, continuava a lanciarmi sguardi inquisitori, che mi sconvolgevano, poi esclamo', 'Invidio la tua bellezza esotica, Juanita. Lo sai che sei molto bella?'

'Quella era la prima volta che ricevevo adulazioni da parte di una donna. Risposi, ‘Grazie Helen, tu sei altrettano bella.'

'Vi sono diversita' di bellezze, mia cara Juanita. Siamo alquanto diverse. Vedi, tu hai un corpo sinuoso e pieno, e la tua carnagione risalta in quel contrastanre color miele, mentre il mio corpo e’ longilineo ed asciutto e sono bionda e pallida.

Immagino che se si fosse assieme in una competizione, si creerebbe l’imbarazzo della scelta tra i molti sguardi maschili. Non lo credi? Penso che ne varebbe la pena di saggiare la reazione di quei maschi presenti! Che ne pensi?'

Non ebbi una risposta pronta per Helen sul momento, ma poi durante la notte, ripensandoci, mi sentii turbata e nacquero desideri in me che incominciarono ad erodere la mia fantasia. Tu mi conosci bene, Bill, e sai quanto mi eccitano i pensieri sessuali. Ero talmente presa da quelli che i miei sogni furono strani e mi condussero in un mondo di fantasie erotiche esilaranti. Il tutto mi diedero sensazioni reali mentre condividevo quell’ ipotetico connubio assieme alcuni maschi raffinati.'

'Dimmi, incontrasti nuovamente Helen?'

'Ci incontrammo nuovamente due settimane piu' tardi. Era un noioso pomeriggio e finimmo col bere troppo. Ero instabile sulle mie gambe quando alla fine Helen mi invito' a casa sua. Non so dirti come, ma presto avenne qualcosa inaspettato. Helen preparo' per noi due larghe ‘Vodka on the Rocks’. Dopo quel primo bicchiere ero completamente intossicata. Non capivo piu’ nulla, e tutto girava attorno a me. Helen mi stava vicino ed con il suo sguardo scrutatore mi stava svestendo. Poi silenziosamente venne a me ed icomincio' a giocare con il mio seno mentre si dilettava a baciarmi sulle labbra. Sentii brividi di desiderio disendere in me e non potei rifiutarrmi a quella seduzione accativante. Forse ero troppo ubriaca per reagire, cosi’ mi lasciai andare. Helen fu capace di condurmi rapidamente in un mondo sconosciuto di piaceri. Mi sentivo posseduta dalla lussuria, e come non mai bramavo di amoreggiare con lei, anche se non sapevo come, poiche’ quelle sensazioni erano alquanto nuove per me. Mi sentivo soffice e gelatinosa entro me, mentre i miei sensi prendevano il sopravvento col sentore dei miei umori che mi stavano bagnando copiosamente. Ero innondata da quel desiderio prepotente che Helen sapeva cosi’ bene trasmettermi, ed incominciavo a rispondere alle sue proposte amorose. Non posso negarlo, anch’io la desideravo ora, nello stesso modo altrettanto prepotente di quanto lei stava desiderando me. Sentivo la passione sfrenata che mi dilaniava e incominciai a rispondere ai suoi baci caldi e tumultuosi. Era un fuoco intenso e sconosciuto che mi divorava, mentre ero completamente dominata dal suo forte e dominante desiderio. Alla fine, mi prese per mano sussurrandomi, 'Vieni, andiamo nella mia camera.'

La segui passivamente come un cagnolino ubbidiente che segue la sua padrona. Mi sentii ancor piu’ sua, vittima della sua provocazione sessuale, e lei felicemente incomincio’ a denudarmi per assaporare meglio le gioie del mio corpo. Divenni preda dei suoi baci brucianti sulle mie labbra, ed era il fuoco della sua passione che alimentava ancor piu’ i miei desideri di essere sua. Tutto era divenuto cosi’ imperativo, ed in me non esisteva altra ragione di esistere, ormai schiava dei suoi insaziabili appetiti. Divenni sua. Non mi consesse tregua. Furono lunghe ore di amore e perdizione. Mai potei rifiutarle il mio corpo.Ma non mi sentivo diminuita di essere dominata da lei poiche’ mi sentivo altrettanto felice come lo era Helen. Il tempo passo’ rapidamente e fu solamente tardi, in quella domenica pomeriggio, che ebbi il coraggio di separmi da lei e di ritrovare la mia via verso casa.'

'Sicche fosti sedotta da Helen, e diventasti la sua amante. Nulla di strano. Nella vita odierna ed in un paese emancipato come sono gli Stati, tutto e' accettabile.'

'Non veramente. Quella fu l'unica volta che fui sedotta da Helen. E fu possibile unicamente poiche' entrambe si era talmente ubriache. So che non ho scuse, ma lo ametto, mai mi sono sentita colpevole per quanto accadde. Dopo tutto e’ stata una rivelazione di quanto e dove la mia sessualita fosse capace di portarmi, allorche’ ero preda dai sensi tentatori. Mi chiesi se fossi completamente perturbata dalla mia sessualita. Non ho mai trovato risposta a me stessa, quindi non posso risponderti, Bill.'

'Continuasti ad essere amica con Helen?'

'Ci incontrammo ancora, anche se non fummo piu' amanti.'

* * *

Juanita interuppe brevemnte la sua narrazione. Ormai aveva rotto le barriere del suo ritegno e vedevo il suo desiderio di narrarmi altre sue esperienze in California.

Poi riprese a raccontarmi, 'Io ed Helen andammo a diverse feste assieme, ed in quelle occasioni cercai sempre di bere moderatamente, dopo quella incredibile ubriacatura...

Fu ad una di quelle feste che ebbi una alquanto buffa esperienza. Tutto icomincio' nel peggiore dei modi. L'atmosfera era pesante, sintanto che, improvvisamente avenne quella sintilla che trasformo' la monotonia nel piu' caldo ed amichevole convegno, allorche' qualcuno scopri un differente liquore sul bar del nostro ospite.'

'E' quella una bottiglia di Tequila?' Una voce mascolina echeggio tra il monotono chiacchericcio dei convivali e che colpi' l'attenzione di molti.

Il nostro ospite offri' senza indugio quel bicchiere di liquore richiesto. Altre voci si alzarono nell'intorno, ed udii una voce con forte accento Espano, che dall'angolo della sala che prontamente chiedeva, 'Oh, Tequila? Posso anch'io averne un po?'

Vi fu pure una terza voce che con una forte pronuncia Australiana chiese, 'Hai pure dello champagne, mate (amico). Vino spumante va pure bene, se non hai altro, C' on, (came on) provate la Tequila Slammer (sbattuta) assieme a me.

Quella era una letale combinazione che abatte', in un baleno, tutti quanti ubriachi, e l’euforia della festa esplose rumorosamente tra i presenti nella sala.

Quella notte ebbi modo di realizzare quanto era potente quella bevanda alcolica. Tutti i bevitori furono immediatamente intossicati, ed in breve la gioia della festa rinacque in un modo entusiastico e rumoroso. La festa aveva finalmente raggiunto il culmine.

Dopo non molto si udi' nuovamente quella voce Australiana, che a squarcia gola gridava con forza, 'C' on, voi tutti. tempo di buttarsi nella piscina.'

Le piscine fanno parte naturale delle case Californiane, cosi’ un secondo piu' tardi, un gruppo abbastanza numeroso, in cui vi erano pure due donne si avviarono verso l'area della piscina.

L'Australiano, in un baleno getto’ via i suoi vestiti e si tuffo' nudo nell'acqua.

Le due donne invece presero tempo, nell’esibirsi entro un buon spettacolo di spogliarello. Naturalmente erano ben seguite nel loro atto da quel gruppodi maschi ammiratori, che le aizzavano a mostrar sempre di piu dei loro corpi.

Erano urla, esclamazioni, incorzggiamenti e fischi di approvazione. Quello fu l'inizio di un esibizionismo totale in quella festa baccanale, e molti, incoraggiati da tutto quel trambusto, seguirono l'esempio dei primi cercando, principamente le donne, di emulare quei sessuli spoglairelli. Quella presentazione dei loro corpi era una forma esebizionista resa piu' facile dal calore delle Tequilas. La festa aveva cosi' potuto raggiungere l'apice dell'eccitamento e felicita', e la festa si inoltro' gaiamente sino le ore mattutine.

Quella fu la mia esperienza in quelle feste Californiane, dove sconosciuti davano presto via ad atti esibizionisti dopo alcuni bicchieri di Burbon. A volte divenivano vere orge baccanali, ma poi penssandoci bene si trovano esempi di feste orgistiche attraverso i milenni di storia, quindi nulla di strano da aggiungere ai costumi umani.

* * *

Con immenso dispiacere dovetti lasciarle. Andavo in Bangladesh per la costruzione di una cartiera in una zona isolata che si trovava nel mezzo di una vasta pianura acquattrinosa, selvaggia e primitiva che aveva ben pochi contatti con il mondo civile. Quello sarebbe stato il mio ultimo contratto di lavoro, prima di un prematuro ritiro dai lavori di ingegneria civile dalla ditta in cui lavoravo. Il lavoro sarebbe durato all'incirca quattro anni, un tempo alquanto lungo per porre obblighi sulla vita di Juanita. Mi chiesi molte volte perche' mai avessi acettato quel riguardevole contratto di lavoro, poiche' certamente avrei compromesso l'amore di Juanita. Partendo da Sacramento portai con me buoni ricordi dei tempi trascorsi assieme a Juanita e Dolores, ricordi che mi aiutarono a sopravivere in quelle lunghe notti insonni, isolato tra quei acquitrini e quei selvaggi che a malapena ricoprivano i loro corpi. Quelli furono i peggiori anni della mia vita.

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