Scritto da © alvanicchio_Gir... - Gio, 30/01/2014 - 17:48
Torno a leggere, sul pietoso favillar di lacrimette sentimentali, ciò che la ragion, gemendo, va a masticar con l'eburneo dente sull'abomaso stomaco, di cose trite e ritrite. Qual vermiglio, di rosso ammanta quel che a me è dato sbadigliando sulla cieca man, che lenta cade a compendiar ufici su oscura Trama, quando Dama, dal delizioso labbro, un beso appende. Non so! qual fosse la ragion che l'osannato oblio schermì bende, per nasconder viso a cotanti cavalier, che sulle labbra curvaron arco in riso. Lei vide, tacque e sorrise sull'ignota faccia dell'ispida virtude , che al mondo mostra interpretata fiamma, ed al cor declama baci che per risonar vanno a turbar animo, sulle adorne scale di un favillar nostrano. La Musa non ardì unir voce alla indelicata penna,che il cocchio guida a tracciar trama sulle oziose storie che il vermiglio vello copre, ascritto da lontane miglia, quel che il vento(/informatico) toglie alle bramate voci dell'ignoto attor.
...In risposta a Maria34
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