Scritto da © Bruno Amore - Lun, 15/02/2010 - 08:52
- Aita! Aita! Aita! - Sibilava con tono stridulo lo speaker, mentre schiacciava il pulsante che diffondeva un suono lacerante all’interno dei vari scompartimenti del veicolo. Corsero tutti in sala comando e davanti al monitor e videro la sagoma inconfondibile dello scafandro di un loro Combat, erano in attesa del rientro di uno scout, avanzare faticosamente, dirigendo verso il lato del portello di accesso per rientrare. Il più elevato in grado, C15.98, l’aveva esplicitamente inciso sul pettorale metallico, strillò: -Alla camera di pressurizzazione e attivare la decontaminazione.- Rapidamente, con un risucchio, l’aria fu sottratta dalla hall di ingresso del velivolo e il portellone si aprì. Seguirono momenti concitati, il nuovo venuto non pareva a suo agio nel salire nel carro, girava il capo da una parte all’altra quasi a cercare cosa fare. I Combat seguivano sul monitor del circuito chiuso tutti i suoi movimenti. Lo videro , una volta dentro, scagliarsi con violenza inaudita, contro un pannello comando dai pulsanti di molti colori, colpire all’impazzata distruttivamente, mentre il panico si stava impadronendo di loro. Sentirono aprirsi tutte le porte di accesso tra i vari locali e annichilendo, senza accennare neppure ad una minima reazione, si cercavano un riparo tra le attrezzature e le suppellettili, mentre si avvicinava l'energumeno che dalla apparizione sullo schermo, ora gli era di fronte. Di statura non superiore alla loro, brandendo un'arma da taglio enorme, si avventò sul più prossimo, lo afferrò e con un colpo solo, lo squarciò. Con la pelle che cangiava colore in continuazione, le pinne dorsali erette inutilmente minacciose, tra strilli, soffi, sibili, gli aggrediti correvano si urtavano, cadevano e si rialzavano, copiosamente mingendo e defecando incontinenti, caddero tutti sotto i colpi dell’alieno. Un giovanissimo esemplare degli incursori, appena sopraggiunto, finendo di spogliarsi dello scafandro evidentemente non suo, con un largo sorriso feroce, entrò nella sala del massacro. Aiutò l’adulto a sezionare due dei cinque corpi, appesero le parti ad un’asta di metallo raccolta sul posto, se la spallarono a portantina, si allontanarono nel buio in silenzio e velocemente.
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