Scritto da © gatto - Mer, 17/11/2010 - 17:44
Piove sulla pelle di Alessia
interanimata al fresco dell'erba
di rugiada, le mani affilate
a prendere linfe vegetali:
acqua di Alessia ai margini
della radura, silenzi ineffabili,
poi di Giovanni le parole:
ti amo. Erba profana nel cogliere
l'essenza dalla tinta di verde
clorofilla. E poi sono i morti:
in quell'invisibile incedere
tra steli verdi non danno parole:
vede Alessia in forma umana
una quercia tra detto e non detto.
E' il 1984 scivola la 127 bianca
nella feritoia dell'attimo:
attenzione!!! urlano i gabbiani.
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