(Le lacrime son sassi
gettati giù dal ponte
che passa sopra gli anni
per colpire,
per colpirsi,
liberarsi
o farsi male).
Il primo sasso
lo guardo
mentre corre in verticale
a spappolar di anelli
sul riflesso del mio viso.
(E mi ridà me stesso
raccontato
in una ruga d'espressione)
Del secondo sasso
odo
lo spaccarsi dell'acqua
ed il suo schizzo
(plof)
Che mi ridà le grinze
e le borse sotto gli occhi.
Il terzo sasso invece
imbianca il mio riflesso
e i miei capelli.
Mi riconosco appena
mentre lenti
si fermano gli anelli
a definir l'immagine.
(E mi ritrovo col maquillage rifatto
ricurvo sui miei anni).
L'ultimo sasso
infrange il mio riflesso
e ne dilania il volto.
Anelli che si allargan
mi deturpano pensieri
e percezioni.
(Nell'acqua
che allenta i movimenti
mi riconosco
giovane, corvino
e con la pelle tonica
come se le primavere
fossero affondate).
- Blog di Alessandro Moschini
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