Scritto da © Alessandro Moschini - Sab, 17/11/2012 - 12:14
C'è molto spazio,
troppo,
su questa tavola
dove tu ed io,
Padre,
consumiamo
la nostra mesta cena.
La metà vuota,
in verità,
è imbandita di ricordi,
di profumi
che il vento del tempo
non ha spazzato via.
E chiudo gli occhi
mentre porto alla bocca
un cucchiaio di minestra
per risentir
la voce e acciottolii
all'acquaio.
Il guaio è che le palpebre
son sacche
che si riempiono di lacrime
al solo rievocare.
E allora ciò che resta
è farsi forza e stringersi
in sorrisi e braccia
come chi è assente
dall'altra parte vuole.
troppo,
su questa tavola
dove tu ed io,
Padre,
consumiamo
la nostra mesta cena.
La metà vuota,
in verità,
è imbandita di ricordi,
di profumi
che il vento del tempo
non ha spazzato via.
E chiudo gli occhi
mentre porto alla bocca
un cucchiaio di minestra
per risentir
la voce e acciottolii
all'acquaio.
Il guaio è che le palpebre
son sacche
che si riempiono di lacrime
al solo rievocare.
E allora ciò che resta
è farsi forza e stringersi
in sorrisi e braccia
come chi è assente
dall'altra parte vuole.
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