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ah, quei, tamburi, tamburi

Si parta dall’assunto che non è tanto la sintesi quanto l’antitesi a rimanere germe
in petto prima di seminarlo, poi lo si immerge in acqua, tiepida
 
adesso i vomeri, sempre argentei [da quando?]
la terra pare violentata, si ribella riluce, ingurgita la punta
e poi la merda, che affossa nelle pieghe, i batteri, i lombrichi che ridacchiano, ci sguazzano
quelli
che non videro la luce
ma tu, tu potevi bucarla volendo si sente
 
le foglie son cadute, mettiamoci anche quelle nei solchi
e le vergini, a pestarci sopra
 
ed io, io che non lo sono più perché dovrei
regina mi sacrifico, in vece
del Re del grano
 
ah, quei
tamburi
tamburi

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