Scritto da © Bruno Amore - Mer, 07/03/2012 - 18:45
Quello che vedo non è ciò che conosco
o, secondo quello che so, dovrebbe essere
una specie di agnosia, per il mondo circostante.
Mi par d'osservar uomini e son ottusi legni
giungono parole che non dicono niente
o spiegano cose che non mi appartengono.
Un mondo d'altra lontana dimensione
giustificherebbe questa percezione
vedere attorno ch'è tutto differente
sommersi dalla nebbia i comuni sensi
l'ignavia serpeggiare ovattata tra la gente.
Non so quando ho preso questa malattia
qualcuno che non so m'avrà contagiato
senza capirlo a tempo mi dev'essere accaduto
d'uscire dalla vecchia strada acciottolata
angusta per via dei robusti paracarri lì piantati
ch'era sicuro bene, avere sempre rispettato.
o, secondo quello che so, dovrebbe essere
una specie di agnosia, per il mondo circostante.
Mi par d'osservar uomini e son ottusi legni
giungono parole che non dicono niente
o spiegano cose che non mi appartengono.
Un mondo d'altra lontana dimensione
giustificherebbe questa percezione
vedere attorno ch'è tutto differente
sommersi dalla nebbia i comuni sensi
l'ignavia serpeggiare ovattata tra la gente.
Non so quando ho preso questa malattia
qualcuno che non so m'avrà contagiato
senza capirlo a tempo mi dev'essere accaduto
d'uscire dalla vecchia strada acciottolata
angusta per via dei robusti paracarri lì piantati
ch'era sicuro bene, avere sempre rispettato.
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