Scritto da © rocco sting - Ven, 30/10/2009 - 16:12
ora tu stai seduta
davanti a me
e onestamente
non mi par vero
eppure vedo le tue ginocchia,
da sotto il tavolo e in controluce ma,
quel tanto che appare mi piace.
eh bé
non jeans e maglietta
ghette
una veste perfetta
bluse maglioni
o sabaudi calzoni:
i pantaloncini ti sei messa.
quelli s t r e t t i.
so quel che la vista
incontrerebbe salendo,
da qui non ci prendo
ma lo so:
i tuoi femori muscolosi e comunque longilinei.
asciutti. levigati ambrati. virili.
al momento
tutto è impacchettato da sto ambaradan
di calici e tramezzini
viavai d'occhi altrui
conteggi alla cassa
sgabelli e tavolini.
ascolto muto tu che sei uscita di casa
tu che fai segno con l'indice,
che hai mandato affanculo
quel ciccione che ti stava sopra ansimando,
passeggiava al tuo fianco dormendo.
lo rivolterei il trespolo.
ci sarebbe un manicomio
d'ogni grazia servita,
nondimeno io sento che devo montarti.
adesso.
guardandoti rimango zitto
il tuo analcolico (che roba)
è praticamente lì,
sto per arrendermi all'imbarazzo
tra desiderio
erezione
e una pavida intenzione
quando ammicchi in silenzio:
“vai a pagare?”
io ti adoro
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