Scritto da © Piero Lo Iacono - Lun, 25/01/2010 - 16:56
Ti deprimi
e vuoi sempre dormire.
Non più aspetti con ansia.
Né affanno di gioia o dolore.
Un lungo lunedì (né no né sì).
Hai strappato dal calendario
il giorno di domani.
Chiusa in casa,
fissi le margherite nel vaso
e il mondo in TV.
Ti siedi e aspetti che nel caffé
lo zucchero si sciolga da solo.
Poi te ne torni a svuotare i portaceneri.
In un cimitero vuoi riposare come una morta.
E un morto va coi morti.
Tertium non datur.
Ah se ci fosse una fata!
Perché non speri più in Dio.
Come una puerpera maledetta
che ha partorito un camposanto.
Chi rende questo vuoto e ce ne riempie?
L’arsenio della vita bevi a sorsi
con dolci baci di labbra rosa.
Dare il cuore ad ore
come una multa.
E l’amore per dogmi di gioie fugaci.
Ma sei troppo orgogliosa
per cercare un medico.
Poi un pensiero prende il tuo posto
e diventi subito coraggiosa.
I pugni il coraggio ti forma
(ma le mani impugnate le tieni in tasca).
La donna è il futuro dell’uomo.
Non permettergli che ti renda peggiore di lui!
Così per vincere la noia
ti addormentasti.
Dal nulla uno la invitò a ballare.
Improvvisamente lei divenne giovanissima.
Come le cose migliori possono
capitare nel momento sbagliato!
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