Scritto da © Marcello Caloro - Ven, 18/03/2011 - 13:43
Perché tu mi deridi, amico mio,
se al nome d’ogni donna accosto un fiore
e quando a lei che amo volgo il desio,
non posso mascherare il mio rossore?
Come se un vero uomo poi non fossi,
se rude non appaio al pari vostro!
Proseguo io, insisto sui miei passi,
piuttosto che dipingermi da mostro!
Cosi quando m’accosto ad un roseto
m’inebrio dell’odore che diffonde.
Il canto dell’ usignolo, non è segreto,
m’inonda come acqua nelle gronde.
Lo scorgere una libellula librata
sulla quieta pozzerella tra i canneti,
culla piano l’anima mia annuvolata,
tanto che i giorni appresso sono lieti.
Ridi? Romantico son solo, come tanti!
Come te, amico mio, non so parlare
di sesso, d’avventure e cuori infranti,
però la donna tua io fo’ sognare!
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