Scritto da © Franco Pucci - Dom, 24/06/2012 - 03:21
Di là dal vetro gli occhi inseguivano quattro foglie arrugginite di platano
che in volo carpiato si tuffavano nella pozzanghera sul grigio selciato
le compagne verde oro in attesa le accolsero con un girotondo festoso
e inscenando un’ardita figura di nuoto sincronizzato sparirono nel tombino.
Lo sguardo faceva lo slalom tra i piccoli falsi diamanti sparsi sui vetri
mentre la noia aveva il sapore della pioggia che cantava a squarciagola,
il Naviglio indifferente ingoiava quelle lacrime che nessuno aveva pianto
e la notte dal seno matrigno carezzava la mia mano ingannando Morfeo.
Il pianto dapprima sommesso lentamente mutava in canto di protesta
martellando il silenzio lacerava le trame del sipario dell’indifferenza
il cucciolo ancora in me reclamava affamato il diritto ad un cielo sereno
mentre gli occhi arrugginivano inseguendo il volteggiare delle stagioni.
Pioveva quella notte a Milano, ma forse erano lacrime.
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