25 - Ora come allora | Post comici, demenziali, ludicomaniacali | Andrea Occhi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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25 - Ora come allora

Il calore dell’aria che respirava impediva al sonno di chiudere le palpebre, benchè fossero percorse da sgambettanti insetti pruriginosi. Era una delle estati più torride del secolo. Così si diceva ogni anno. Il letto del fiume era corrugato da crepe d’argilla. Non pioveva da mesi. La siccità aveva reso visibili gli antichi basamenti del ponte turrito, demolito da un’ondata di piena nel giorno esatto in cui Cristoforo Colombo sbarcava con convinzione sulle coste delle Indie. A fianco di uno dei quadrilateri di mattoni era stata rinvenuta una lapide. Lì in quel punto era stata sepolta viva una succuba. In caratteri maiuscoli si leggeva l’intimazione che per nessun motivo, alcuno osasse sollevare quella pietra. Tale accadimento archeologico lo riportò all’infanzia.
Dopo il bacio della buonanotte, al buio, nella stanza le cui pareti ed il soffitto, i genitori, per vezzo strano, avevano tinteggiato di un blu scuro, simile a quello che assume il cielo in quella fase del tramonto in cui non ha ancora acceso le sue luminose lentiggini,  il sonno tardava a giungere, in particolare nel periodo estivo. Di tanto in tanto, in quei momenti, gli appariva una strega di dimensioni minuscole, una silhouette ritagliata su cartoncino nero, la quale, a cavallo della propria scopa volante, gli strappava di dosso le lenzuola, che invece erano ai piedi del letto diligentemente ripiegate. E lui percepiva il gelo penetrargli nelle ossa sino a causargli brividi talmente intensi da impedirgli di urlare. Le vocali gli si bloccavano in gola appena dietro la lingua. Non riusciva neppure a comprendere come potesse vedere nel buio una strega nera. Ma questa è fisica da fattucchiere.
Un altro di quei momenti aveva come protagonista Braccio di Ferro, il moroso di Olivia, quello con gli avambracci tatuati e le mani dalla forza di un apriscatole. Non aveva mai capito come gli fossero necessari gli spinaci, se poteva spremere le lattine a mani nude, prima di inghiottirli. Ma questa è fisica da cartoon. Il marinaio lo torturava con il solletico sino a togliergli il respiro. Senza fiato, impotente, tentava invano di chiamare in soccorso il babbo o la mamma, ma le urla rimanevano ridicolmente mute.
Poi, tali visioni, improvvisamente, si dissolvevano e, senza causa alcuna, gli occhi si spalancavano. La realtà ritornava alle proprie certezze: il suo sudore e le zanzare. Le grandi lancette fluorescenti sulla sveglia a forma di cubo blu che gli aveva regalato la nonna segnavano le 22 e 30. Era a letto da un’ora appena, eppure sembrava fosse trascorsa un’eternità.
Ora, come allora, la notte, paurosa e ridicola, è inchiodata a due lancette fluorescenti all'interno di un cubo blu, la stessa identica notte. Non riesce a comprendere come sia possibile, eppure la sveglia ticchetta. Ma questa è fisica da bambini.        
 

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