Scritto da © Franco Pucci - Gio, 25/08/2011 - 15:13
Sul letto nostre impronte si dissolvevano alle mie spalle
e il vitreo diaframma che separava le pagine della storia
si imperlava di iridescenti bugie recitate a fior di labbra,
mentre la tua sagoma barava sul selciato pallide ombre
Il dolore fu allora la mia veste e inarcata una parte di me,
ebbi un moto di sofferta ripulsa dell’inevitabile fine, invano.
Sottilissimi fili come corde di arpa dolente mi trattenevano,
vibravano risplendenti proiettando lame di luce accecante.
L’agonia dell’amore in quell’alba ebbe la voce del silenzio.
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