كَركَد karkadè كَركَد | Prosa e racconti | Albatros | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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كَركَد karkadè كَركَد

Fa caldo
le pale del ventilatore al soffitto lente e cigolanti perdono la loro battaglia con l’aria immobile della stanza.
Mi avvicino alla finestra nella luce del tramonto che si tinge di rosso.
Sotto di me il fiume corre placido verso la prima cateratta; in distanza le feluche come uccelli acquatici si sono disposte per la notte, le vele ripiegate come ali troppo lunghe per volare.
Nell’aria immobile una musica allegra mi raggiunge da una delle navi che incominciano a rianimarsi con il ritorno dei turisti; ma e’ fievole ovattata,quasi impercettibile, sembra un messaggero dell’allegria quasi irraggiungibile di altri, non la mia.-
Guardo ancora il fiume nella sua maestosa sacralità ed affascinato mi domando i pensieri antichi a cui ha fatto da specchio.-
Non so ancora perche mi sia lasciato convincere dal mio agente, ad accettare l’Old Cataract per questa notte, era sudato preoccupato sbuffante il vestito bianco, ed intriso di sudore, troppo stretto per il suo benessere arabo, con quei suoi ridicoli baffetti su un viso enorme  dagli occhi buoni e stralunati…….. si, gli occhi, devono essere stati proprio quegli occhi preoccupati che mi hanno convinto.-
Mi dico, infondo e’ solo una notte, è vecchio sembra quasi una chiesa, una moschea , ma non sarà la fine del mondo; e poi lo spettacolo delle vecchie cateratte e’ impagabile…
Cerco di farmene una ragione.
Guardo verso il basso le ultime due fiacre corrono lungo il Nilo nere e traballanti ; e nel loro velocissimo avvicinarsi colgo la sfida dei due cocchieri nubiani, neri, magri nelle loro jellabah enormi e bianche una volta, le fruste levate a fendere l’aria in una sfida pazza e senza tempo, rancori insanabili di antiche sconfitte che riaffiorano sempre e non avranno mai un vero vincitore. La nuvola di polvere sollevata dagli zoccoli ricade veloce nell’aria immobile, il sole sta’ scendendo sempre più’ velocemente….. ma un’ombra nera attira la mia attenzione.
Una donna, furtivamente, si accosta al marciapiede e vi si accoccola nella sua veste nera che lascia immaginare solo gli occhi; resta li’ immobile; ed ecco alla spicciolata altre ombre uguali la raggiungono nel silenzio più’ assoluto si accoccolano tutte in fila fianco a fianco in attesa. Tante, una piccola moltitudine silente ed immobile.-
Da una stradina laterale arriva un carretto, le ruote  ondeggianti poche assi ed il ricordo di una vecchia moto. Lo sospingono degli uomini, sono tutti vestiti di bianco ed altri uomini sospingono i primi; in silenzio una catena, una piccola folla che si tiene per la spalla.
Sul carretto una forma indefinita.
Un lungo inquietante involto bianco.
Le donne sedute si toccano appena con le teste, passando una sorta di onda dall’una alla’altra bisbigliandosi in un orecchio; poi quando i due gruppi sono ormai prossimi a confondersi............... sorge un urlo lungo, modulato, dolente, e si affrotta  in una sorta di coro e’ come se dalla profondità della madre terra emergesse tutto il dolore del mondo;strazia la notte, si protende sul…….feretro….. mani che lo toccano e gli danno l’ultimo saluto lo accompagnano alla sua dimora.
In pochi minuti la morte e’ un ricordo che si allontana nel buio.
Guardo il bicchiere che ho in mano, il rosso del tramonto e’ rimasto imprigionato nel mio karkadè
 
(Albatros is Flying )
 

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