Scritto da © maria teresa morry - Sab, 29/12/2012 - 12:49
" I magu- sono i tecnici del sacrificio di origine medo-persiana ,ma con il tempo anche Zoroastro viene associato a loro. Le controversie politiche relative alla vicenda di Gaumata * rendono famosi i magu- in tutto il mondo , ma la loro fama è sinistra e ciò aiuta a comprometterne il nome , che in Grecia assume una coloritura ambigua e spesso negativa. Ciò nonostante, sempre in Grecia ,resta ben salda la momoria della tradizione religiosa di tale categoria sacerdotale e sapienzale, anche se il complesso incontro culturale che avvicinava iranici e popoli semitici potè generare un ambito particolare in cui proliferarono i Magusei, esperti di divinazione, simili in molti aspetti ai Caldei. Tale vicenda segna in modo quasi irreparabile l'immagine diffusasi in Occidente del clero iranico dei magu- .Allo stesso modo , anche il multiforme campo semantico connesso alle loro tradizioni, pratiche e dottrine, ossia alla mageìa, ne verrà definitivamente intaccato. Non è infatti un caso se l'uso europeo del termine " magia" discenderà proprio da tale accezione,oramai compromessa, definitivamente assunta dal latino " magia", quando invece abbiamo visto che per la scuola platonica proprio il termine greco magìa aveva una valenza ben più profonda.**
Pertanto il coesistere di due principali accezioni semantiche nel greco màgos , una solo negativa, l'altra positiva ( o neutra) designante invece i cultori dello zoroastrismo,lascia i suoi effetti nelle diverse traduzioni dei testi ebraici e cristiani. Nel libro di Daniele gli oneiromanti babilonesi diventano màgoi, così come màgoi sono i vari stregoni antagonisti degli apostoli in Atti. Al contrario, il Vangelo di Matteo mette in scena di nuovo i màgoi, che , però, nulla hanno da spartire con gli interpreti incapaci della corte di Nabucodonosor, nè con gli antagonisti di Pietro o di Paolo.
Quando i màgoi diventano magi nella versione latina del vangelo, la pronuncia doveva ancora essere vicina a quella classica , quindi tali magi erano chiamati maghi; solo con il passare dei secoli ,il latino magi sarà promunciato con una velare-palatale ( quindi " magi"), come facciamo noi oggi.
Si creano però le condizioni per una sorta di pasticcio linguistico, che diventa palese proprio in italiano: la forma magi , preservata secondo la pronuncia del latino tardo ecclesiastico, dovrebbe essere normalmente resa come " maghi", sulla base del singolare magus>italiano mago. D'altro canto, come si potevano denominare " maghi" ( quindi stregoni, o peggio) i poveri màgoi venuti a Betlemme in visita del Salvatore? Per evitare una sorta di uso blasfemo , si è creata una sorta di tabù linguistico, il quale ha fatto sì che nel caso della vicenda della natività, i magi del testo latino, che altri non sarebbero se non dei " maghi", verranno chiamati e pronunciati " magi", come se si mantenesse la pronuncia latina tarda anche in italiano. Per questa ragione abbiamo un doppio plurale del singolare mago: maghi e magi, anche se si tratta esattamente della stessa parola. Tale differenziazione si spiega per via della forte divergenza semantica.
Possiamo allora affermare che l' antica ambiguità contenuta nella voce greca màgos/màgoi è stata disambiguata in italiano, creando così una duplice forma...Bisogna inoltre puntualizzare che in persiano moderno non si è prodotta alcuna associazione negativa tra i " magu- "intesi come sacerdoti iranici ,e la volgare magia degli stregoni, ossia i " maghi"...Al contrario, i sacerdoti zoroastriani sono ancora oggi denominati in persiano come muy (...) " uomo-mago" ...., mentre " magia" e " stregoneria " sono indicate con jadu , termine di antica derivazione indoiranica.... ( stregone)."
Da " I Magi e la loro stella" - Storia, scienza e teologia di un racconto evangelico - di Antonio Panaino, specialista di lingue e religioni dell'Iran preislamico.
n.d.s:
*- Gaumata fu un mago Medo, usurpatore del trono di Persia, con inganno e assassinio, mentre era assente Cambise ( 522 a.c.). Venne poi smascherato da Dario I. Il fatto fece enorme clamore nel mondo antico, individuando il Mago come soggetto ingannatore e subdolo.
** l'autore si riferisce al fatto che in un passo dell' " Alcibiade", opera di Platone, la mageìa di Zoroastro è presentata non come magia, ma come " cura degli dei",in riferimento al magos non come stregone ma come un tecnico del sacro di una cultura diversa ( Medi e Persiani). I màgoi, invece , a partire da Eraclito quindi Ippocrate, Gorgia, Eschine, erano sinonimo di ciarlatani , stregoni, abili nella parola e scienze occulte.