Scritto da © Lorenzo - Mer, 05/04/2023 - 15:39
Il pensiero è l'attività della mente, un processo che si esplica nella formazione delle idee, dei concetti, della coscienza, dell'immaginazione, dei desideri, della critica, del giudizio, e di ogni raffigurazione del mondo; può essere sia conscio che inconscio
Etimologia
Pensiero è un termine che deriva dal latino pensum (participio del verbo pendere: "pesare") e stava ad indicare un certo quantitativo di lana che veniva appunto "pesata" per poter essere infine passata alle filatrici le quali a loro volta avevano il compito di trattarla. Il "pensum" era quindi la materia prima, più grezza, designante metaforicamente un elemento o un tema che doveva essere secondariamente trattato, elaborato, dandogli così una nuova forma.
Si può notare in ciò la peculiarità attribuita al pensiero, come qualcosa di straordinariamente semplice, che rende possibile oggetti complessi: nel senso cioè che l'attività del pensiero si esplica nel comporre oggetti, ovvero pensare significa pensare oggetti composti. Da questo punto di vista, l'attività del pensiero è ciò che è a monte degli oggetti pensati, pur essendo della loro stessa sostanza.
[...]
Il pensiero come luce
Di Platone tuttavia, Plotino mantenne la visione gerarchica del pensiero strutturato nelle idee, ma senza per questo rinunciare alla rigida separazione parmenidea tra essere e non-essere. L'Uno infatti è la fonte dell'essere (e del pensiero), il quale rimane contrapposto al non-essere in senso assoluto. Da un punto di vista relativo, però, essere e non-essere possono arrivare a mescolarsi, finché si abbia soltanto non-essere, il nulla. Per farsi meglio comprendere, Plotino paragona l'essere alla luce: su un piano assoluto, il principio della luce è contrapposto all'ombra (che non ha un suo proprio principio). Eppure la luce, man mano che si allontana dalla sorgente, tende ad affievolirsi, non perché si trasformi in ombra, ma solo perché viene a mancare; finché nell'oscurità, come vedere il buio significa non vedere, così pensare il nulla equivale a non pensare affatto.
La luce mostra se stessa nel farci vedere, cioè nel rendere possibile la visione; allo stesso modo, le idee vengono intuite nel loro farci pensare, per il fatto cioè che rendono possibile il nostro pensiero. E come l'atto del vedere non è distinguibile dagli oggetti della visione, così l'atto del pensare non è distinguibile dai concetti pensati. Fondamento del pensiero sono quindi per Plotino le idee platoniche, le quali sono "il pensiero" per eccellenza, ovvero sono infiniti modi di pensarsi di quell'unica Mente o Intelletto (Nùs), che è la seconda ipostasi nel processo di emanazione dall'Uno, e coincide appunto con l'essere parmenideo.
Il modo intuitivo di pensarsi e costituirsi dell'Intelletto fa capire a sua volta la necessità dell'Uno assoluto, che da un lato risulta totalmente inconoscibile e ignoto, dall'altro però va ammesso come meta e condizione del pensare stesso. L'Uno va ammesso non perché sia possibile dimostrarne direttamente l'esistenza (poiché in tal caso verrebbe ridotto a un semplice dato oggettivo), ma in quanto condizione della stessa attività logica e raziocinante che permette di pensare gli oggetti finiti e riconoscerli per quello che sono, cioè errore, sviamento. Secondo Plotino infatti il pensiero non è un fatto, un concetto collocabile in una dimensione temporale, ma un atto fuori dal tempo: il pensiero pensato, cioè posto in maniera quantificabile e finita, è quindi un'illusione e un inganno, dovuto a una mentalità materialista. Nel pensare qualcosa, anche una qualunque realtà sensibile, questa non si pone come un semplice oggetto, ma è in realtà un soggetto vivo che si rende presente al pensiero, essendo animato da un'idea; la caratteristica principale del pensiero, cioè, è quella di possedere la mente, non di essere posseduto, e comporta dunque la perdita della coscienza che viene rapita dai suoi stessi oggetti e sottomessa a un costante fluire di pensieri involontari. Compito della filosofia è riconoscere l'errore insito nel senso comune, e riportare l'uomo lungo un percorso di ascesi a identificarsi con l'attività suprema e inconscia del pensiero, nella quale è presente tutta la realtà, eliminando il superfluo fino a giungere all'estasi.
«Pensare vuol dire muoversi verso il Bene e desiderarlo. Il desiderio genera il pensiero [...]. Dunque il Bene stesso non deve pensare nulla, poiché non c'è altra cosa che sia il suo bene.»
(Plotino, Enneadi, V, 6, 5)
[...]
Fonte Wikipedia