Scritto da © taglioavvenuto - Lun, 19/11/2018 - 18:17
Una lettura che, per me, ha sempre costituito motivo di rilettura, sia allora che oggi e che non ho mai lasciato, trovando nelle sue pagine, addirittura, pezzi dei miei archetipi. Che mi urgevano sulle e dentro le vene.
da: Il mare verticale di Giorgio Saviane
Forse glielo regalai anche, spinto da quell'urgenza che ci accomunava
Rovigo di giorno, di notte.
Il mio modo di Amore
“ Gli alberi mostravano di lontano il loro richiamo aereo. La stanchezza guariva a vedere i luoghi riscaldati dall'abitudine. Lei mi attendeva. Ero carico di paura. Temevo di non trovarla più...
Me la trovai accanto...Il fuovo dietro crepitava..., L'odore della carne che si cuoceva entrava negli organi...I polpacci agili uscivano dalla veste...da quel bianco opalescente sorgeva l'odore che ispessiva l'aria.
Mi sorrise. Gli occhi imploravano come quelli del capriolo abbattuto: avevano colori dimessi, pungenti quando la girai verso di me.
Le toccavo col dito le orecchie, i capelli, il collo, lo stupore del suo corpo apparsomi sotto le piante...La allacciai.
....
Quando riaprimmo gli occhi, le sue iridi calde coloravano l'aria. La fame avvisava. Ci alzammo. Ci avvicinammo al fuoco che arrostiva l'animale ucciso.
….