Scritto da © maria teresa morry - Dom, 25/11/2012 - 10:12
Da due giorni grava su Venezia una nebbia fittissima, come da tempo non se ne vedeva.Delle case si intravede a malapena il muro che sfila grigio e scrostato lungo la calle, i canali fumigano dall'acqua verdastra.Una immobilità assoluta dell'aria, nella luce bianca e lattiginosa.La vita arriva solo da piccoli rumori. I colpi di becco di un gabbiano che tenta di aprire un sacchetto delle immondizie per cibarsi degli avanzi buttati. E'uno scenario anche di sopresa e mistero.Giri l'angolo retto dopo il ponte e non sai in effetti chi puoi incontrare.Non mi stupirei per esempio, di vedere arrivare la sagoma di un gentiluomo in tabarro nero e tricorno in panno che, pensoso dei suoi affari, passeggia nell'umida mattina. Invece mi imbatto in un ragazzo del Senegal, chiuso nel suo piumotto, con un berretto di lana calcato sino alle orecchie, il quale si trascina appresso un grosso sacco colmo di borsette Vuitton contraffatte.Malgrado el calìgo , egli spera di fare qualche magro affare piazzandosi con la sua mercazia vicino a san Moisè e sempre che i vigili urbani, oggi con la giacca a strisce gialle antinebbia, lo lascino lavorare in pace! Buona domenica anche a lui!