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Scritto da © Cante Skuye - Ven, 15/02/2013 - 14:36
Figlio mio!
a te che ami la musica
dedico questa favola:
|
Un giorno la MUSICA sedeva sola sulla panchina di un parco.
Ella era sconsolata e triste tanto da non emetter nota.
Giocava con le dita, facendo un suono lamentoso, come per far passare l'ineluttabile tempo rugoso, che non si decideva a dar riposo.
Si comportava come se avesse perso qualcosa, o avesse qualcosa ancora da trovare, senza sapere cosa fare.
Ad un certo punto si fermò un tipo, dall'aria scanzonata e gli chiese:
Cos'hai mia bella musichetta, da esser così desolata?
La MUSICA voleva rispondere, ma non trovava le parole.
Costui insistette, quasi irriverentemente:
ORDUNQUE DIMMI COS'E' CHE TANTO TI RABBUIA!!!
Ella sconsolata ciondolò la testa in segno di non sapere cosa l'affliggesse, si alzò e si incamminò lentamente… lasciando quel soggetto seduta stante.
Ma ad un tratto sentì una voce fioca, che piano cresceva, mano a mano che lei si avvicinava, sembrava come un lamento, ma... fattasi più vicino si accorse del grande gradimento di un bambino, che con la bocca aperta e gli occhi di fuori, ascoltava in silenzio quei rumori, siffatte parole d'oro, come fosse un gran tesoro.
Si avvicinò al bambino trasognato e gli chiese (in musica):
Ma chi è colei che parla così bene?
Capito il messaggio (musicale), il bambino rispose in tono amicale:
Ma come non la riconosci?
E' tua sorella!
Mia sorella?
- ribattè la MUSICA -
Si, tua sorella!
si chiama POESIA non ricordi?
è lei che da parole d'oro in cambio di musica e coro, è lei che stai cercando, non lo sai che senza lei vai tentennando?
ti ho vista sai?... e adesso dove vai?...
Esterefatta dall'acutezza del bambino si avvicinò alla POESIA che subito la riconobbe e l'abbracciò in un abbraccio tanto profondo da commuover per sempre tutto il MONDO!!!!
|
a mio figlio Francesco
C.S.
a te che ami la musica
dedico questa favola:
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Un giorno la MUSICA sedeva sola sulla panchina di un parco.
Ella era sconsolata e triste tanto da non emetter nota.
Giocava con le dita, facendo un suono lamentoso, come per far passare l'ineluttabile tempo rugoso, che non si decideva a dar riposo.
Si comportava come se avesse perso qualcosa, o avesse qualcosa ancora da trovare, senza sapere cosa fare.
Ad un certo punto si fermò un tipo, dall'aria scanzonata e gli chiese:
Cos'hai mia bella musichetta, da esser così desolata?
La MUSICA voleva rispondere, ma non trovava le parole.
Costui insistette, quasi irriverentemente:
ORDUNQUE DIMMI COS'E' CHE TANTO TI RABBUIA!!!
Ella sconsolata ciondolò la testa in segno di non sapere cosa l'affliggesse, si alzò e si incamminò lentamente… lasciando quel soggetto seduta stante.
Ma ad un tratto sentì una voce fioca, che piano cresceva, mano a mano che lei si avvicinava, sembrava come un lamento, ma... fattasi più vicino si accorse del grande gradimento di un bambino, che con la bocca aperta e gli occhi di fuori, ascoltava in silenzio quei rumori, siffatte parole d'oro, come fosse un gran tesoro.
Si avvicinò al bambino trasognato e gli chiese (in musica):
Ma chi è colei che parla così bene?
Capito il messaggio (musicale), il bambino rispose in tono amicale:
Ma come non la riconosci?
E' tua sorella!
Mia sorella?
- ribattè la MUSICA -
Si, tua sorella!
si chiama POESIA non ricordi?
è lei che da parole d'oro in cambio di musica e coro, è lei che stai cercando, non lo sai che senza lei vai tentennando?
ti ho vista sai?... e adesso dove vai?...
Esterefatta dall'acutezza del bambino si avvicinò alla POESIA che subito la riconobbe e l'abbracciò in un abbraccio tanto profondo da commuover per sempre tutto il MONDO!!!!
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a mio figlio Francesco
C.S.
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