Il vero Maestro è la realtà così com'è | Pensieri | Ezio Falcomer | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il vero Maestro è la realtà così com'è

(da  Hubert Benoit)
 
<<L'essere umano che generalmente chiamiamo "disperato" non è definitivamente disperato, è pieno di speranze che il mondo nega di soddisfare, per cui è molto infelice. L'essere umano che è giunto a una vera disperazione, e che ormai non spera nulla dal mondo dei fenomeni, si trova in una gioia perfetta alla quale ha finalmente cessato di opporsi.
 
[....]
 
Nel nostro desiderio di sfuggire all'angoscia, cerchiamo dottrine di salvezza, cerchiamo un maestro. Ma il maestro non è lontano e offre costantemente i suoi insegnamenti: è la realtà così com'è, è la nostra vita quotidiana.
 
[...]
 
Non è tanto l'impotenza a causare l'umiliazione, quanto l'impatto che la mia pretesa di onnipotenza sperimenta quando cozza contro la realtà delle cose.
 
[...]
 
Ricordiamo che la natura delle cose è per noi il migliore e più umiliante dei maestri e che ci assilla con il suo attento aiuto. L'unico compito che ci spetta è comprendere la realtà e permetterci di essere trasformati da essa.
 
[...]
 
L'impotenza nella quale oggi mi trovo di gioire della mia propria natura, della mia natura-di-Buddha, come uomo universale e non come uomo individuo distinto, mi obbliga a fabbricare costantemente una rappresentazione radicalmente ingannevole del mio posto nell'Universo. Invece di vedermi in uguaglianza col mondo esterno, mi vedo o molto al di sopra di esso o molto al di sotto di esso, sia sopra, che sotto. Secondo tale prospettiva, fin al limite dove posso approdare è Essere e il di sotto è il Nulla. Tutti i miei sforzi tendono, necessariamente, in modo diretto o indiretto, a elevarmi, o in maniera grossolana, o sottile, oppure, come si usa dire, spiritualmente. Tutti i miei automatismi psicologici naturali, prima del "satori", sono fondati nell'amor proprio, la pretesa personale, la rivendicazione di poter... salire in un modo o nell'altro; e questa rivendicazione per elevarmi individualmente è quella che mi occulta la mia infinita dignità. La pretesa che anima tutti i miei sforzi, tutte le mie aspirazioni, è a volte difficile da riconoscere come tale. Mi è facile vedere la mia pretesa quando il Non-Io da cui desidero distinguermi è rappresentato dagli altri esseri umani; in questo caso, un poco di lealtà interiore è sufficiente per dare il suo vero nome al mio tentativo. Però non è lo stesso quando il Non-Io da cui desidero differenziarmi è rappresentato da oggetti inanimati o, soprattutto, da questa misteriosa entità che denomino Destino; senza dubbio, nel fondo è assolutamente lo stesso; la mia sorte mi esalta; la mia malasorte mi umilia. Se ben guardiamo le basi profonde del nostro amor proprio, comprenderemo che tutti i nostri piaceri immaginabili sono soddisfazioni del nostro amor proprio e che tutte le nostre sofferenze immaginabili sono ferite che vengono inflitte ad esso. Comprendiamo, dunque, che la nostra pretenziosa attitudine personale domina la totalità dei nostri automatismi personali, cioè la totalità della nostra vita.
 
[...]
 
Se mi sento umiliato è perché i miei automatismi immaginativi arrivano a neutralizzare la visione della realtà e mandano a vuoto l'evidenza. Se mi accade qualcosa di umiliante, che mi offre un meraviglioso segreto di iniziazione, la mia immaginazione si affretta a scongiurare quello che appare un pericolo; lotta contro l'illusoria spinta in basso; fa tutto il possibile per farmi ritornare nello stato abituale di arroganza soddisfatta dove trovo una tregua transitoria, ma anche la certezza di nuove angosce. Insomma, mi difendo costantemente da ciò che si propone di salvarmi; lotto intensamente per difendere la fonte stessa della mia disgrazia. Tutti i miei sforzi interiori tendono a impedire il "satori", dato che aspirano in alto, mentre il "satori" mi aspetta in basso. E così lo Zen ha ragione a dire che il "satori" cade all'improvviso sopra di noi quando abbiamo esaurito tutte le risorse del nostro essere>>.
 
(Hubert Benoit, "La dottrina suprema. Lo Zen e la psicologia della trasformazione" 
traduzione dallo spagnolo di Ezio Falcomer,  da http ://alcione.cl/?p=63, 20-10-2014, h 13:05)
 
(su Hubert Benoit, cfr. http ://en.wikipedia.org/wiki/Hubert_Benoit_(psychotherapist))
 

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