Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Dom, 19/01/2014 - 10:24
Ada Rogato nasce nel 1910 a qualche chilometro a sud del Tropico del Capricorno, a San Paolo del Brasile, da genitori immigrati italiani. È dopo aver lasciato le spiagge e il sole di Macejo, ed essere ritornata a San Paolo, che la sua famiglia si sfalda. I suoi genitori si separano e lei vai a vivere con sua madre.
Aveva ventiquattro anni, quando durante la visita del comitato tedesco per la promozione del volo planato in Brasile, si innamorò di questa specialità. La voglia di sollevarsi da terra e solcare il cielo era forte. Una ragazza senza paura.
Difatti, l'anno dopo, conseguì la licenza di pilota d'aliante. Era la prima donna brasiliana a farlo. E nel '36 fu la terza donna in tutto il Brasile ad ottenere la licenza di pilota per il volo a motore.
Aveva ventiquattro anni, quando durante la visita del comitato tedesco per la promozione del volo planato in Brasile, si innamorò di questa specialità. La voglia di sollevarsi da terra e solcare il cielo era forte. Una ragazza senza paura.
Difatti, l'anno dopo, conseguì la licenza di pilota d'aliante. Era la prima donna brasiliana a farlo. E nel '36 fu la terza donna in tutto il Brasile ad ottenere la licenza di pilota per il volo a motore.
Iniziò con i voli acrobatici, spettacoli dove volteggiando nel cielo, creava complesse figure. A questa attività unì quella del trasporto passeggeri.
Ma la vita reclamava risorse. Senza aiuti economici, iniziò un corso per dattilografa che la portò a lavorare presso l'Istituto Botanico. Nel 1941, quando in Europa imperversavano i venti di guerra, fu la prima donna del Sud America a conseguire la certificazione di paracadutista acrobatica, e in seguito diventò campionessa in questo sport. La sua determinazione marciava a pari passo con la sua forte passione.
Ma la vita reclamava risorse. Senza aiuti economici, iniziò un corso per dattilografa che la portò a lavorare presso l'Istituto Botanico. Nel 1941, quando in Europa imperversavano i venti di guerra, fu la prima donna del Sud America a conseguire la certificazione di paracadutista acrobatica, e in seguito diventò campionessa in questo sport. La sua determinazione marciava a pari passo con la sua forte passione.
Fu poco dopo che acquistò un Paulistinha (un aereo ad ala alta, simile all'Americano Piper cub) con il quale iniziò a volare. Nel 1948 l'Istituto Botanico la reclutò in qualità di pilota per servizi agricoli sperimentali, in virtù della sua notevole esperienza acrobatica e delle sue numerose ore di volo (circa 1200), per irrorare le piantagioni di caffè della regione con insetticida, perché il “coleottero punteruolo del caffè” (Hypothenemus hampei) le stava distruggendo.
Durante questi voli dedicati a irrorare con il pericoloso insetticida, ebbe il suo unico incidente di volo di tutta la sua carriera di aviatrice. Dopo il ricovero in ospedale, durato trenta giorni, ricominciò a volare. La sua energia e la sua forza di volontà esplosero nuovamente nella passione per il volo.
Nel 1950, preso un periodo di ferie dall'Istituto Botanico, volò sui cieli del Paraguai, dell'Argentina e del Cile, con le sue numerosi esibizioni e attraversò la catena delle Ande con il suo biposto Paulistinha CAP-4, dal nome Brasileirinho, in un percorso di 11.691 chilometri di volo, stabilendo un primato.
Nel 1950, preso un periodo di ferie dall'Istituto Botanico, volò sui cieli del Paraguai, dell'Argentina e del Cile, con le sue numerosi esibizioni e attraversò la catena delle Ande con il suo biposto Paulistinha CAP-4, dal nome Brasileirinho, in un percorso di 11.691 chilometri di volo, stabilendo un primato.
Per questi successi gli fu insignita una medaglia al merito aeronautico e gli fu consegnato un Cessna 140, battezzato Brazil. A bordo di questo monoplano si spinse (nel '51) in un tour di 51.064 chilometri e 326 ore di volo, toccando 28 città e dirigendosi sino in Alaska, nel raid più lungo effettuato da un aviatore solitario (il circuito delle tre Americhe).Un viaggio in solitaria durato circa sei mesi.
Ma fu nel 1956 che affrontò la sua impresa più epica, atterrando in numerose città e affrontando “l'inferno verde” della foresta amazzonica. Oltre al rombo del motore e l'orizzonte, per compagna di viaggio portava l'immagine di Nostra Signora di Aparecida (la statua della Madonna ritrovata da dei pescatori nel 1700 e venerata in tutto il Brasile). In quel percorso di 25.057 chilometri e 163 ore di volo, il verde della giungla e l'azzurro del cielo erano le costanti della sua rotta.
Ma fu nel 1956 che affrontò la sua impresa più epica, atterrando in numerose città e affrontando “l'inferno verde” della foresta amazzonica. Oltre al rombo del motore e l'orizzonte, per compagna di viaggio portava l'immagine di Nostra Signora di Aparecida (la statua della Madonna ritrovata da dei pescatori nel 1700 e venerata in tutto il Brasile). In quel percorso di 25.057 chilometri e 163 ore di volo, il verde della giungla e l'azzurro del cielo erano le costanti della sua rotta.
Nel marzo del 1960, decollò da Piracicaba (San Paulo) con rotta verso Ushuaia, la città più sud della Patagonia, nella Terra del Fuoco. Con temperature di 3° sotto zero, alla velocità di crociera di 80 Km/h e, in quelle condizioni climatiche avverse, effettuando correzioni di 45° sul suo velivolo per mantenere la rotta prestabilita. E' stata il primo pilota donna a fare questo percorso.
Passarono ventisei anni, e questo fu il suo ultimo viaggio. Probabilmente i pesticidi inalati durante gli anni della bonifica delle piantagioni dì caffè, sedimentati nel suo corpo, si erano bruscamente risvegliati. Si ammalò di cancro. Il 15 novembre del 1986, all'età di 76 anni, fu vinta dalla terribile malattia. Si è così spenta “la ragazza coraggiosa”, una donna forte, una eroina.
Ada Rogato (1910-1986), aviatrice brasiliana.