Scritto da © Stefania Stravato - Mer, 16/10/2013 - 20:07
Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale”.
Hannah Arendt (1906-1975), “La banalità del male”
Nessuna lapide può sostituirsi alla coscienza per tenere viva la memoria di un orrore senza fine, per farne quotidiana lotta e resistenza, per impedire che l'uomo sia ancora carnefice dei suoi simili.