Scritto da © alvanicchio_Gir... - Mar, 02/10/2012 - 21:19
E’ questa la speranza che oggi mi resta!!! La deriva unipolare dei partiti, il controllo mediatico, la globalizzazione, l’inaridimento politico, l’ostracismo per le concezioni illuministiche, le nuove guerre, la chiusura a riccio delle vecchie elites di potere, sono tutti fattori che mettono a rischio la mia, anzi, la nostra speranza di un futuro migliore.
Mezzo centesimo di speranza!!!
E’ questa la speranza che oggi mi resta!!! La deriva unipolare dei partiti, il controllo mediatico, la globalizzazione, l’inaridimento politico, l’ostracismo per le concezioni illuministiche, le nuove guerre, la chiusura a riccio delle vecchie elites di potere, sono tutti fattori che mettono a rischio la mia, anzi, la nostra speranza di un futuro migliore.
Gerontocrati, Tecnocrati, Burocrantosauri, insediati nei cardini della democrazia, ingessano tutto il tessuto sociale. Sono molte le cose da fare! ma l’informazione è pilotata da abili mistificatori, che colonizzano tutta la struttura mediatica: impedendo la vera ed effettiva espressione del pensiero popolare. Di contro, la colonizzazione opportunistica dei partiti fa perdere la capacità di interpretare le legittime aspettative dei cittadini.
E’ difficile descrivere la realtà antropologica, della mia generazione. Nella crisi del sistema, tutti i valori sono stati rimescolati: “ognuno per se, Dio per tutti ! ...tanti saluti!!”.
Sotto la pressione della speculazione finanziaria, è stato rivisto il sistema delle partecipazioni statali, è stata rivista la gestione del patrimonio demaniale dello stato e, con essa, è stata rivista la gestione del patrimonio storico-culturale del paese.
Abili manovre finanziarie, sviluppate da decantatii opportunisti, anziché rafforzare strutturalmente il mercato italiano, hanno trasferito sui risparmiatori i sacrifici della crisi economica, già pagati e ripagati dai cittadini italiani con i Tremonti Bond, alleggerendo solo i potentati economici della sovraesposizione finanziaria.
Le “Public Companies” si sono trasformate in mitologiche chimere: inafferrabili, dedite solo al cannibalismo sociale... "alla ricerca del pollo da spennare, energia docet". Ed i controlli statali sui processi produttivi, sono stati abbandonati al libero mercato, lasciati sotto il più bieco arbitrio.
Lo Stato, al nunzio sta, muto, pensando all’ultima ora dell’organizzazione sociale. Persino la guerra, strumento politico condotto mezzi bellici, è stata privatizzata. Non stupisce se in teatro bellico si trovano flotte di mercenari e ditte che appaltano servizi militari a gruppi paramilitari, per supplire alle esigenze di sicurezza sociale nelle aree occupate.
Il Tornaconto permea qualsiasi cosa. Persino il mite “Burocrantosauro”, per sentirsi realizzato, ha bisogno di incentivi alla produzione del suo scarno risultato. Così, premi produzione, difese corporative e privilegi personali, completano il desolante quadro dello Stato italiano: " che vede la struttura implodere su se stessa".
Senza accorgercene assistiamo all’imbarbarimento dei rapporti sociali. Ghino di Tacco, Mitico brigante di Radicofani, nel senese, nel pretendere la propria prebènda, conservava un nocciolo di umanità: esonerava dal contributo le classi meno abbienti.
Ora non è più così! i proprietari dei bar vengono multati per sedicimila Euro se mangiano, nei locali, con i propri familiari senza battere lo scontrino; i pensionati sociali vengono multati, per qualche chilometro orario in più, con multe previste per il doppio della loro Rendita Sociale, il doppio della pensione mensile.
Lo stato è in crisi: “c’è fame di liquidità finanziaria”.
Nel frattempo, “Decreti Tombali” perdonano ed assolvono i grandi truffatori, lasciando presagire che molte cose saranno perdonate a coloro che avranno il coraggio di osare.
Guai ai vinti!!! un tempo si riconoscevano i propri errori, e si pagavano le multe senza sceneggiate: “ la pena era onesta ed era onesto rispettarla”. Oggi con la fame di denaro, di fronte a pene amministrative vili, ci si comporta da vili: “non pago, punto e basta”.
Si promettono meno tasse, ma è di meno rigore che abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno che la coscienza dello Stato rientri entro umani argini di tolleranza; ed abbiamo bisogno che siano ripristinate le legittime aspettative per una vita migliore.
A chi addossare le colpe? A tutti naturalmente, anche a noi che abbiamo fatto finta di non vedere.
Fino ad ora, non c’è stato un “colore politico” che si sia opposto a questo stato di cose. Salvo blande prese di posizione, a nessun partito è interessata la scomparsa della classe sociale media; la scomparsa delle aspettative per una vita migliore; a nessun partito interessa l'eccessivo irrigidimento del nepotismo con lavori passati di padre in figlio, anzi lavoro ereditato dalle stesse dinastie familiari, come insegna l'Università; a nessuno è interessato il permanere dei privilegi corporativi e, con essi, la mancata speranza di entrare far parte delle Elites.
Vi sono sempre realtà che rimangono legate ad altre realtà: così, non si può tagliare il tronco senza toccare i rami, per lasciarli al loro posto. La pianta se non viene curata secca, e seccano anche i rami se non vengono potati e .... i virgulti se non trovano spazio cosa faranno?...moriranno.
Questa realtà politica ci ha lasciato in eredità solo vincitori, non ci sono più vinti, sono scomparsi; lasciandoci un grande guazzabuglio.
A noi piace la lotta, piace il combattimento, non la vittoria patteggiata.
A noi non piace vedere l’accanimento delle Elits sui poveri; a noi piace conquistare la posizione nell’intelletto, nella ricerca, nelle professioni liberali, nell’industria, nel consumo, nel gioco.
Nelle dispute, a noi piace il forte contrasto delle opinioni, molto più della servile accondiscendenza dettata dal tornaconto parlamentare.
Nelle commedie non vi è Suspans, se non si creano ansie e speranze; e, nella vita, non c’è futuro senza speranze: questa è la perla di saggezza.