Scritto da © Hjeronimus - Mer, 04/01/2012 - 14:22
Oggi alla radio (Raitre della radio: l’unico Media di cui sono davvero utente) l’ingegnere e scrittore Roberto Vacca ha detto due cose interessanti, legate dalle paure epocali. La prima è che la gente ha paura di ciò che non sa e che non deve fargliela, la paura delle mutazioni climatiche, correlata al senso di colpa d’esserne la causa. Sbagliate entrambe: le mutazioni climatiche sono conditio sine qua non dello stato di natura. E ciò dipende da cause epocali dell’universo, nella cui attuale fase sarebbero le attività solari all’origine di un certo surriscaldamento generale. Fenomeni che si ripetono da quando c’è memoria d’uomo ad osservarli. Così, nella semi-glaciazione del 1.300 circa, la Finlandia venne evacuata da una civiltà vichingo-norvegese che resisteva ivi da 450 anni (per altro, avevo sempre saputo che si trattava dell’Islanda, mah…). Ovviamente, tali fasi hanno tempi “geologici”, mica umani.
La seconda cosa coincide con una preoccupazione che covo costantemente, anche quando non ci penso: cioè, che la gente non ha paura di ciò che sa e che invece dovrebbe incuterla. Bastano poche decine di grammi di tritolo ad ammazzarci; negli arsenali atomici di russi, americani, francesi, cinesi e chi più ne ha più ne metta, ce n’è l’equivalente di circa 700 chilogrammi a testa, l’ha detto Vacca. Ci vuole un niente a scatenare magari un equivoco, per cui si innesterebbe una micidiale e definitiva reazione a catena… Questi stramaledetti ordigni pencolano sui nostri inconsapevoli crani come decorazioni natalizie che il minimo soffio di vento può improvvisamente districare dal loro appiglio. Mentre c’è chi ci scherza, come le proscimie insediate sugli scranni di Teheran, o i tenentini di Murmansk, ove i missili atomici vengono dislocati con carrucole e carriole… Forse è ora di farsi carico di questa preoccupazione, certo senza sottovalutare quella ecologica (almeno, se non è di facciata. Io per esempio faccio la raccolta differenziata da più di 20 anni: ritengo che se io dico che l’ecologia va salvaguardata, io devo incominciare a salvaguardarla). Ma con l’avvedutezza di non finire per dimenticarsi di quei 700 chili sospesi sulla propria cabeza.
La seconda cosa coincide con una preoccupazione che covo costantemente, anche quando non ci penso: cioè, che la gente non ha paura di ciò che sa e che invece dovrebbe incuterla. Bastano poche decine di grammi di tritolo ad ammazzarci; negli arsenali atomici di russi, americani, francesi, cinesi e chi più ne ha più ne metta, ce n’è l’equivalente di circa 700 chilogrammi a testa, l’ha detto Vacca. Ci vuole un niente a scatenare magari un equivoco, per cui si innesterebbe una micidiale e definitiva reazione a catena… Questi stramaledetti ordigni pencolano sui nostri inconsapevoli crani come decorazioni natalizie che il minimo soffio di vento può improvvisamente districare dal loro appiglio. Mentre c’è chi ci scherza, come le proscimie insediate sugli scranni di Teheran, o i tenentini di Murmansk, ove i missili atomici vengono dislocati con carrucole e carriole… Forse è ora di farsi carico di questa preoccupazione, certo senza sottovalutare quella ecologica (almeno, se non è di facciata. Io per esempio faccio la raccolta differenziata da più di 20 anni: ritengo che se io dico che l’ecologia va salvaguardata, io devo incominciare a salvaguardarla). Ma con l’avvedutezza di non finire per dimenticarsi di quei 700 chili sospesi sulla propria cabeza.
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