Dottor Vittorio Bianchi Presente | eredi segreti di Mario Merola | 'O Malament | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Dottor Vittorio Bianchi Presente

La normalitààa…la normalitààà stava dicendo Vittorio, la normalitààà…la normalitààà, proseguì, alla fin fine in cosa consiste se non nell’adeguarsi; ma si, nell’adeguarsi certo, se tu non ti adegui a quello che le persone intorno hanno come aspettativa su di te non riesci mica poi ad essere compreso, benvoluto, gradito, non si instaura alcuna comunicativa, comunicazione positiva simpatia, empatia e via dicendo ti isolano, possono fare bellamente a meno di te e lo fanno basta aspettare e lo fanno; vieni, alla fine isolato, circoscritto in un bel cerchietto piccolo o grande che sia, ma ci vieni iscritto eccome. Poi ti guardano, quelli più vicini alle finestre e porte che si affacciano, anzi tutto un vetro trasparente e quelli che passano anche ti guardano, perché è lì quello? C’è entrato da solo o ce l’hanno messo? Cos’ha combinato? E cosa mai potrà combinare se esce o lo tirano fuori? E perché mai tirarlo fuori, se è lì ci sarà un perché, no?
Non pensano che magari sono proprio loro che hanno scazzato, scazzano, scazzeranno, eh col cavolo lo pensano loro sono i normali quelli che magari qualcosa non gli va giù, quel tanto, ma proprio tutto eh nooo.
Come dire che la sfiga corre sempre dietro a te che è meglio spararsi per sfuggirle fare un bel nodo e oplà anche se lo trovo deprimente allora un bel tuffo da un ponte…volo d’angelo…oppure una schienata ahaha…un doppio carpiato ecco madò che spettacolo pensa in pieno giorno mentre le persone escono dagli iper che dentro ci hanno perso tre ore e poi gli viene una fretta tremenda svuotano i carrelli riversano quell’immondizziaaaaa nel portabagagliiiii e quando non ce ne sta più alèè l’abitacolo i sedili i bambini striminziti, rachitici che sembrano anche nel fior fiore dell'obesità costretti in una posizione quasi fetale la guancia dx/sx spiaccicata al vetro, il fianco, poveri costretto allo sportello dell’auto che se appena un disgraziato non ti da la precedenza bummmmm all’ospedale se gli va grassa; e tutta quella roba le offerte 3x 1 2x 1 1x 1 sconto quindici venti, trenta affrettatevi che sta per scadere o l’han comprata in blocco, la devono rimpiazzare il soldo correre, il settanta per cento di ricarico in luogo del Cento va bene ma con le offerte t’inchiappetto due volte Cretino, al posto di una; l’hai capito che è una Moltiplicazione? La nostra vita è una moltiplicazione, forse è divenuta boh, io non c’ero quando era una somma. Dice mia nonna che lei la miseria l’ha patita seria, che da bambina ha visto cosa fa la guerra tra disgraziati, quei poveri ragazzi, fortunato chi tornava a casa e i patemi, oh cristo la sofferenza ad aspettare, giorno, notte che come, facevano a passare, come potevi lasciarti andare ad un sorriso pieno, una risata aperta a parte i denti che non c'erano, non tutti e anche quelli, i bambini che nascevano mica potevi ridere se non eri un incosciente, ma di quelli brutti brutti, bastava tu avessi che so un nipote, un cugino, uno zio, ma un amico anche, al Fronte; stavano meglio quelli che li avevano prigionieri degli alleati almeno sapevi che mangiavano e non rischiavano di essere sparati o bruciati, lasciamo stare dunque.
Ah, per il ponte, un ruscelletto, una pozza ci deve essere sennò ti prendono per matto e magari qualcuno ti ferma ma cosa fai sei pazzo, ti vuoi male? Scendi dai, vieni giù.
Magari un vecchio che non sta neppure in piedi, si trascina verso l'estrema unzione con l’espressione compassionevole tipo
” adesso questo non mi fa arrivare a casa per il pranzo per il tg, per la partita, al bar per la mia scopa, mi fa perdere il mio programmino preferito, il Cd col porno anche a spezzoni che è diviso in sei tempi sette  ma che cazzo fa, cosa vuol fare, si vuol buttare giù? Non ha nessuno ma nessuno al mondo questo disgraziato? E se ce l’ha cos’han fatto, fanno? Se non viene giù chiamo la polizia i carabinieri il primo che passa glielo do io di rompere i coglioni alla gente che non fa male a nessuno, così per caso passa, ma vogliamo scherzare. Sti matti in giro, non era meglio quando li proteggevano che li tenevano a bada e giù spallate e botte e dei cazzottoni che altro che.
L’elettro gli starebbe bene a questo, minimo eh e sennò un bel coma di un mesecontrollato  vuoi vedere che lo salvano, be’ se non lo salvano almeno per un po’ sta fermo, piuttosto che niente meglio piuttosto ahahahah. Io me ne vado, quello sta lì e guarda fisso in giù.
Vittorio trascrisse tutto il dialogo nella scheda gialla disegnò un diagramma allegò un ECG e la ripose accuratamente nella cartella che s’era portato dietro, lasciò che l’elastico di chiusura fremesse come devono fremere gli elastici, sorrise.
“Ora mi vado a fare un toast giù al bar del primo piano Ospedale e… un bicchiere di coca non me lo toglie Nessuno ahaha.”
Si alzò dalla poltroncina dello studiolo, la mandò indietro alla porta ebbe un ripensamento, “ è Bene che mi scriva anche questo” riaprì la cartella, trasse la scheda, la penna dal taschino del camice, sedette per far prima sul bracciolo della poltroncina verde come tutto lo studiolo e tirata una riga sotto il dialogo, ricominciò a scrivere Violentato Unipolare Gomma per la Lingua Gocce per Saliva Parnate, si Parnate. Violentato nelle sue fragilità, violentato violentato violentatooo nelle sue fragilitàààà.
Il dottor Bianchi Vittorio si considerò contento per la meticolosità usata nella stesura, aveva riportato tutto almeno gli sembrava firmò in calce nella scheda come faceva ogni volta che ne stendeva una, datò la firma, guardò l’orologio a muro che ticchettava ed aggiunse ore e minuti. Prima di riporla nuovamente nella cartella per poi richiuderla volle sottolineare violentatooo poi decise di tirare anche una linea sotto fragilitààààà. Richiuse la cartella.
Infine diede il solito calcolato calcetto alla poltroncina, si tolse il camice lo appese al porta camici dell’armadietto disse ora posso andare al bar al primo piano visto che dietro c’è l’edicola mi compro anche il giornale.
Aprì la porta diede un'occhiata fuori nel corridoio si mise la cartella sotto braccio fece alcuni metri fino ad una porta al lato opposto del e visto che era già in pigiama si infilò nel primo letto. Tra quattro minuti esatti tutti, medici infermieri inservienti, quelli del nuovo turno, avrebbero ricominciato a girare e rompergli le palle con le solite domande cretine sulle sue “Sensazioni”. Vuoto-Vuoto-Vuoto Quando sono lassù in Piedi sul  Muretto mi prende una sensazione di Vertigine Nausea insieme.
 
 
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 5218 visitatori collegati.