Scritto da © Raggiodiluna - Sab, 29/10/2011 - 01:40
"Il grande buio" non arriva quando non c'è più "luce" ma quando gli occhi del nostro cuore non vogliono più vedere.
Gettare la spugna, non volere più combattere, arrendersi davanti al mistero di tutto quello che non comprendiamo della vita.
La vita stessa è mistero e noi ne facciamo parte.
Quando la nostra ragione vuole andare oltre quello che è possibile capire, ecco che il pensiero s'increspa, proprio come un'onda mentre s'infrange in un qualsiasi scoglio.
La mia esperienza, dopo i tanti quesiti che mi sono posta sulla vita, sull'amore, sulla morte, sui sentimenti e su tutto quello che attacca l'anima, mi ha portato a gustare intensamente ogni cosa. Tutto quello che ci piove addosso, nella nostra storia, è parte di noi. La gioia, il dolore, la rabbia e la rassegnazione, sono moti dell'anima che muovono il nostro tempo. Quand'ero piccola pensavo che le cose più belle sarebbero arrivate dopo. Sentivo dentro che mi mancava qualcosa e ogni sera, andando a dormire, speravo sempre che questo qualcosa potevo trovarlo il giorno dopo.
Tutta la vita, fino ad oggi, è stato così. Tutti i "giorni dopo" ho avuto la vita, l'amore, la morte. Ho gustato la gioia ma anche il dolore, mi sono nutrita di rabbia, di pazienza, di sconforto e rassegnazione ho ritrovato allegria dopo tante tristezze e mi sono commossa all'infinito.
Con gli occhi da giraffa ogni cosa prende il suo posto. Salendo sulla scala del tempo si possono vedere le cose dall'alto e il nostro vissuto diventa un bel paesaggio con tantissimi tetti che hanno coperto le nostre storie.
Dentro quelle storie ci siamo ancora, con i nostri ricordi andiamo a curiosare e di ogni storia vissuta ne conosciamo la fine. Nel paesaggio vi sono altre storie "scoperchiate" quelle non le conosciamo, dobbiamo ancora viverle e possiamo renderle migliori non ripetendo i vecchi errori.
"Il grande buio" non arriva quando non c'è più "luce" ma quando gli occhi del nostro cuore non vogliono più vedere.
Gettare la spugna, non volere più combattere, arrendersi davanti al mistero di tutto quello che non comprendiamo della vita.
La vita stessa è mistero e noi ne facciamo parte.
Quando la nostra ragione vuole andare oltre quello che è possibile capire, ecco che il pensiero s'increspa, proprio come un'onda mentre s'infrange in un qualsiasi scoglio.
La mia esperienza, dopo i tanti quesiti che mi sono posta sulla vita, sull'amore, sulla morte, sui sentimenti e su tutto quello che attacca l'anima, mi ha portato a gustare intensamente ogni cosa. Tutto quello che ci piove addosso, nella nostra storia, è parte di noi. La gioia, il dolore, la rabbia e la rassegnazione, sono moti dell'anima che muovono il nostro tempo. Quand'ero piccola pensavo che le cose più belle sarebbero arrivate dopo. Sentivo dentro che mi mancava qualcosa e ogni sera, andando a dormire, speravo sempre che questo qualcosa potevo trovarlo il giorno dopo.
Tutta la vita, fino ad oggi, è stato così. Tutti i "giorni dopo" ho avuto la vita, l'amore, la morte. Ho gustato la gioia ma anche il dolore, mi sono nutrita di rabbia, di pazienza, di sconforto e rassegnazione ho ritrovato allegria dopo tante tristezze e mi sono commossa all'infinito.
Con gli occhi da giraffa ogni cosa prende il suo posto. Salendo sulla scala del tempo si possono vedere le cose dall'alto e il nostro vissuto diventa un bel paesaggio con tantissimi tetti che hanno coperto le nostre storie.
Dentro quelle storie ci siamo ancora, con i nostri ricordi andiamo a curiosare e di ogni storia vissuta ne conosciamo la fine. Nel paesaggio vi sono altre storie "scoperchiate" quelle non le conosciamo, dobbiamo ancora viverle e possiamo renderle migliori non ripetendo i vecchi errori.
In risposta ai dubbi di un amico...
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