Scritto da © maria teresa morry - Mar, 29/01/2013 - 00:53
Ogni tanto mi capita di leggere qualche tentativo di narrativa erotica. Ne sono spesso delusa: difficile trovare qualche cosa di veramente nuovo.Spesso in chi si cimenta, in questo genere difficilissimo,c'è l'ansia di arrivare alla descrizione " forte", del particulare e così è garantito lo sprofondare del lettore nella noia certa. E questo accade per l' assoluta incapacità di creare quel senso di attesa e di desiderio/tensione che dovrebbe, a mio parere, sempre sottendere questo tipo di narrativa. Spesso ridotta a cronaca con l'opacità del linguaggio quotidiano, inconsistente. Detto ciò, propongo un brano tratto dal libro " La pioggia non spegne il desiderio" della scrittrice nizzarda Vèronique Olmi (1962) , edito da Einaudi.Il breve romanzo tratta dell'incontro a Parigi di un uomo e di una donna che si conoscono appena, a seguito di un ricevimento avvenuto anni prima, e tra i quali nascerà una travolgente attrazione che si consumerà in un solo pomeriggio.
La descrizione del primo bacio, scritta dalla Olmi , quasi senza ricorrere ad alcuna punteggiatura, al fine di sottolineare non solo il crescendo ma soprattutto la unicità del primo bacio, è un raro esempio di scrittura nuova, emotiva ed emozionante.
" Lei gli si avvicinò con una lentezza ubriaca, già piena di tutto ciò che il suo gesto avrebbe sconvolto, quel gesto che sovvertiva l'ordine delle creature e del tempo, stravolgeva i secoli dei secoli, sradicava gli ippocastani centenari, ribaltava le statue di pietra,le sedie pesanti, i preconcetti e gli insegnamenti,si avvicinò,avvicinò il proprio viso al suo in quegli attimi eterni, quegli attimi fermi sospesi davanti a quella meraviglia,quella cosa possibile soltanto in due,due bocche due desideri due lingue due vite due volti che si guardano l'uno di fronte all'altro, l'uno contro l'altro,la pelle che per la prima volta sa della pelle dell'altro la pelle estranea sulla propria giovane, una prima volta unica il primo bacio il solo salvatore rivelatore scambio sublime unica comunione sapore del sangue e della saliva forma dei denti forza della lingua punta delicata della lingua consistenza feroce sorprendente della lingua sapore del sigaro e del vino,sapore nuovo denti lisci labbra nervose labbra socchiuse appena accostate enormi piene volersi cercarsi rispondersi con tutta la bocca coi denti la lingua quello che dice in un'altra lingua all'infinito perchè il primo bacio sia sempre il primo il sapore del primo bacio struggente sotto gli ippocastani niente più freddo o vergogna il primo bacio indifferente alla forma del corpo all'età dell'anima la traversata del deserto il primo bacio sempre esaudito sempre la prima volta e finalmente lo baciò e i suoi occhi azzurri ora sfocati troppo vicini stralunati le ciglia tremule gli occhi chiusi lo sguardo di lei nel mistero di lui gli occhi socchiusi un azzurro fuggito ripreso donato introverso un lampo di azzurro e poi le palpebre ancora timide frementi la pelle fragile delle palpebre l'esitazione l'invito,finalmente il primo bacio il primo audace sempre stupito finalmente prendergli il volto tra le mani finalmente tenerlo tra le mani finalmente reggerlo accoglierlo raccogliere quel volto con i capelli da ragazza quel volto mal rasato che pizzica quel volto d'uomo irritante tra le mani tenerlo e finalmente assaggiarsi respirarsi respirare nella bocca dell'altro esalare quel viso tra le proprie mani la lingua sul palato i denti le labbra e il respiro del primo bacio l'incredibile impudenza la meravigliosa invadenza l'esplorazione improvvisa a un tratto quel volto tra le mani nella bocca i nasi che si toccano fidarsi,lentamente lasciare la guancia lo zigomo alto e liscio,lasciare la barba incolta,osare la mano sulla nuca, afferrare la testa da dietro tra i capelli quei capelli sottili sulla nuca lunghi lunghi da ragazza, giocare afferrarli ancora e ancora la mano aperta sul collo la forma del cranio ancora e ancora."
Vèronique Olmi.