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Il bacio. Una lezione di scrittura erotica di Vèronique Olmi.

Ogni tanto mi capita di  leggere  qualche tentativo di narrativa  erotica. Ne sono  spesso delusa:  difficile  trovare qualche cosa di veramente nuovo.Spesso in chi si cimenta, in questo genere difficilissimo,c'è l'ansia di arrivare  alla   descrizione " forte",  del particulare e così è garantito lo sprofondare del lettore nella noia certa. E questo accade per l' assoluta incapacità di  creare quel senso  di attesa e di desiderio/tensione  che dovrebbe, a mio parere, sempre sottendere questo tipo di  narrativa. Spesso ridotta a cronaca con l'opacità del linguaggio  quotidiano, inconsistente. Detto ciò, propongo un  brano tratto dal libro " La  pioggia non spegne il desiderio" della scrittrice nizzarda Vèronique Olmi (1962) , edito da Einaudi.Il breve romanzo tratta dell'incontro a Parigi di un uomo e di una donna che si conoscono appena, a seguito di un  ricevimento avvenuto anni prima, e tra i quali nascerà una travolgente attrazione  che si consumerà in un solo pomeriggio. 
La descrizione del primo bacio, scritta dalla Olmi , quasi senza ricorrere ad alcuna punteggiatura, al fine di sottolineare non solo il crescendo ma  soprattutto la  unicità del primo bacio, è un raro  esempio di  scrittura nuova,  emotiva ed emozionante.
 
" Lei gli si  avvicinò con una lentezza ubriaca, già piena di  tutto ciò  che il suo gesto avrebbe sconvolto, quel gesto che sovvertiva l'ordine delle  creature e del tempo, stravolgeva i secoli dei secoli, sradicava gli ippocastani  centenari, ribaltava le statue di pietra,le sedie pesanti, i preconcetti e gli insegnamenti,si avvicinò,avvicinò il proprio viso al suo in quegli attimi eterni, quegli attimi fermi sospesi davanti a quella meraviglia,quella cosa possibile soltanto in due,due bocche due  desideri due lingue due vite due volti che si guardano l'uno di fronte all'altro, l'uno contro l'altro,la pelle che per la prima  volta sa  della pelle dell'altro la pelle estranea  sulla propria giovane, una prima volta unica il primo bacio il solo salvatore rivelatore scambio sublime unica comunione sapore  del sangue e della saliva forma dei denti forza della lingua punta delicata  della lingua  consistenza feroce sorprendente della lingua sapore del sigaro e del vino,sapore nuovo denti lisci labbra nervose labbra socchiuse appena accostate enormi piene  volersi cercarsi rispondersi con tutta la bocca  coi denti la lingua quello che dice  in un'altra lingua all'infinito perchè il primo   bacio sia sempre il primo  il sapore del primo bacio struggente sotto gli ippocastani niente più freddo o vergogna il primo bacio indifferente  alla forma del corpo all'età dell'anima la traversata del deserto il primo bacio sempre  esaudito sempre la prima volta e  finalmente lo baciò  e i suoi occhi azzurri ora sfocati troppo  vicini stralunati le ciglia tremule gli occhi chiusi lo sguardo di lei nel mistero di lui gli occhi socchiusi un azzurro fuggito  ripreso donato introverso un lampo di azzurro e poi le palpebre ancora timide frementi  la pelle fragile delle palpebre l'esitazione l'invito,finalmente il primo bacio il primo audace sempre stupito finalmente prendergli il volto tra le mani  finalmente  tenerlo tra le mani finalmente  reggerlo  accoglierlo raccogliere quel volto con i capelli da ragazza quel volto mal rasato  che pizzica quel volto d'uomo irritante tra le mani tenerlo e finalmente assaggiarsi respirarsi respirare nella bocca  dell'altro esalare  quel viso tra le proprie mani la lingua sul palato i denti le labbra e il respiro del primo bacio l'incredibile impudenza la meravigliosa invadenza l'esplorazione improvvisa a un tratto quel volto tra le mani nella bocca i nasi che si toccano fidarsi,lentamente lasciare la  guancia lo zigomo alto e liscio,lasciare la barba incolta,osare la mano sulla nuca, afferrare la testa da dietro tra i  capelli quei capelli sottili sulla nuca  lunghi lunghi da ragazza, giocare afferrarli  ancora  e ancora la mano aperta sul collo la forma del cranio ancora e ancora."
Vèronique Olmi.
 
 

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