Scritto da © maria teresa morry - Gio, 20/12/2012 - 12:54
Leggo da un curioso piccolo saggio di Francesco Cataluccio (1955), già direttore della Mondadori e della Bollati Boringhieri, dal titolo " Che fine faranno i libri?" :
" Il libro e la lettura sono stati per oltre duemilacinquecento anni, e soprattutto a partire dalla invenzione della stampa ( 1450), la stessa cosa.Per questo, il libro elettronico è un manufatto rivoluzionario e ,secondo molti, sconcertante ( molto più, per esempio, dell' i Pod per la musica).Al di là delle mutate abitudini di lettura e annotazione, l'eBook sarà un oggetto vivo, perchè mai definitivo.
Il libro elettronico può essere sempre ritoccato e modificato: sottoposto a un numero infinito di passaggi di revisione e correzione.Per i libri stampati nel passato ,che verranno digitalizzati,si tratterà soltanto della possibilità di correggere i refusi,e di inserire eventuali aggiornamenti bibliografici.Ma per il libri futuri,almeno fino a quando saranno vivi gli autori,sarà possibile intervenire per trasformarli in continuazione,anche radicalmente , in pratica senza costi.Muterà quindi, sta già mutando,la natura stessa del libro.
Il libro cartaceo è un'opera chiusa,quello elettronico è aperta e modificabile".
Questo è quanto. Al di là dell'enorme dispiacere di veder forse scomparire ( ma su questi nutro forti dubbi) le biblioteche e le librerie, intese anche come luoghi silenziosi , adatti alla riflessione e al piacere di sfogliare le pagine dei testi,mi inquieta questo fatto di un libro contenente un 'opera sempre modificabile, trasformabile in continuazione.Forse che i nostri autori preferiti non ci piacciono anche per la definitività della loro opera? Per quello che l'opera ci dice di quel tal soggetto e del suo modo di pensare? Perchè in un qualsiasi momento possiamo aprire il libro e leggere una pagina, che sappiamo essere quella e solo quella, e tornare a gustarcela...Personalmente non vedo un grande vantaggio per la letteratura futura poter modificare in continuazione un testo...